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venerdì 18 novembre 2011
Monti - bene nuovo stile, ora si attendono i contenuti
da www.unità.it
Apprezzamento per «il forte senso delle istituzioni», per «l’inversione di tendenza rispetto al governo precedente» su «contrasto all’economia illegale» e «lotta all’evasione ».Ma sugli intendimenti espressi da Mario Monti nel discorso al Senato riguardanti fisco e riforme del lavoro la Cgil ribadisce la sua posizione: sì alla patrimoniale e niente Ici sulla prima casa. La segreteria del sindacato guidato da Susanna Camusso continua a dare credito al governo dei professori. In una nota però sottolinea con forza come vada declinata «la discontinuità » richiesta rispetto al governo Berlusconi: «L’equità fiscale si deve realizzare a partire dall’introduzione di una tassa sul patrimonio e le grandi ricchezze», «l’alta pressione fiscale sul lavoro e le pensioni non può essere nuovamente aggravata dalla reintroduzione della tassa sulla prima casa». Il tutto per arrivare ad «un più solido ed esplicito criterio di equità su cui fondare un nuovo patto di cittadinanza ». Il banco di prova per giudicare il governo Monti sarà comunque «la delega su fisco ed assistenza » che hanno lasciato in eredità Berlusconi, Tremonti e Sacconi. È su questa che la Cgil chiede un confronto che parta dalla «necessità di abbassare le tasse sul lavoro e sulle imprese, condizione indispensabile per la crescita». L’ASSEMBLEA DEI DELEGATI Proprio in questo quadro, la segreteria ha deciso di mantenere la mobilitazione prevista per il 3 dicembre. Non sarà più la manifestazione di popolo a piazza San Giovanni, ma un’assemblea straordinaria di oltre 15mila delegati sulla necessità «di fondare la crescita del Paese sul lavoro e sui giovani». In mattinata, intervenendo all’assemblea nazionale dei Caaf Cgil, Susanna Camusso aveva usato parole di speranza sul governo dei professori, sebbene sottolineasse come il programma fosse ancora «ignoto a tutti». «Si sta per aprire una stagione diversa, con un carico di responsabilità per noi maggiore: per tre anni abbiamo detto “No”, ora dovremo dire qualche “Sì”». Chi invece appoggia in toto le linee del programma delineato da Monti è la Rete Imprese, giudata da Confindustria. «Apprezziamo - si legge in unanota - le parole di verità sullo stato di salute dell’economia italiana e l’ampiezza del disegno riformatore, centrato sulla crescita».«Riteniamo importanti - prosegue la nota - gli impegni assunti in materia di riequilibrio della pressione fiscale con la finalità di ridurne il peso su imprese e lavoratori ». Sul fronte del mercarto del lavoro, Rete Imprese sposa l’idea «di spostare il baricentro della contrattazione collettiva verso i luoghi di lavoro» e si impegna «a confrontarsi per superare le iniquità e le inefficienze per favorire l’inclusione sociale, in particolare dei giovani e delle donne». Commenti positivi anche da parte di Cisl e Uil. Se per Raffaele Bonanni quello di Monti è stato «un discorso di alto profilo, completo, come raramente è accaduto negli ultimi anni in parlamento» base per «l’indispensabile patto sociale» che «espliciti in maniera chiara ome saranno distribuiti i pesi dei sacrifici che tutto il paese dovrà compiere», per Luigi Angeletti si tratta di «un programma sostanzialmente condivisibile, in particolare, sulla riforma fiscale, per noi prioritaria nella prospettiva della crescita del Paese».❖
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