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giovedì 17 novembre 2011

Camusso, serve un nuovo patto di cittadinanza


Nuovo Patto di cittadinanza, riforme all'insegna dell'equità sociale e della redistribuzione dei redditi, introduzione di una tassa sulle grandi ricchezze e misure per riattivare lo sviluppo e creare nuovi posti di lavoro soprattutto per i giovani. Voltare pagina e segnare quindi una discontinuità anche dal punto di vista del metodo nei rapporti tra Governo e parti sociali, superando lo schema del precedente Governo che si era basato sulla divisione dei sindacati, sugli accordi separati e gli incontri “clandestini”. E' questo l'approccio che la CGIL ha scelto per partecipare alle consultazioni del premier incaricato e che il Segretario Generale Susanna Camusso ha rappresentato a Monti, che ha ricevuto oggi pomeriggio i rappresentanti del mondo del lavoro e dell'economia a palazzo Giustiniani, nella sala dove è stata firmata la Costituzione.

Susanna Camusso, ribadendo l'importanza di un metodo nuovo nelle relazioni tra Governo e parti sociali, ha parlato della necessità che si riparta da un nuovo Patto di cittadinanza e dalla scelta di un patto fiscale tra cittadini e Paese messo in discussione in questi mesi. Questo vuol dire “equità, introduzione della patrimoniale e che si parta dal lavoro, prima di tutto con la riduzione della precarietà e l'introduzione di politiche industriali”.

Secondo il Segretario Generale della CGIL, il premier incaricato, Mario Monti, sta dimostrando di voler “lavorare non sull'emergenza ma sulle riforme di cui questo Paese ha bisogno”. In ogni caso, è chiaro che il premier incaricato “vuole un metodo di confronto”. “Abbiamo chiesto un nuovo Patto per la cittadinanza per misure all'insegna dell'equità sociale, un Patto per la cittadinanza nel quale al primo posto deve trovare spazio un nuovo Patto fiscale; questa è equità, l'introduzione di una patrimoniale e l'idea che la crescita parta dal lavoro”.

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