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venerdì 21 maggio 2010

MANOVRA CORRETTIVA E INCONTRI CON...PARTE DELLE PARTI SOCIALI



20/05/2010
Dopo l’ennesimo incontro separato tra esponenti del governo e le parti sociali - esclusa ancora una volta la CGIL - sulla manovra correttiva in cantiere, il Segretario Generale Guglielmo Epifani critica duramente il metodo nell’operato del governo. “Facciamo le persone serie: quattro amici al bar. Ma di fronte ai problemi seri del Paese non si fanno così le cose”, ha detto il leader della CGIL, a margine del Convegno della CGIL Roma e Lazio e della Fondazione Di Vittorio per celebrare i 40 anni dello Statuto dei lavoratori, sulla riunione ‘informale’ di ieri. Il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, - è stato fatto osservare a Epifani - ha parlato di incontro informale non sollecitato dalla CGIL a differenza delle altre sigle. “Sacconi - ha replicato il numero uno di Corso d’Italia - può dire quello che vuole, non mi interessa, il governo può fare quello che vuole non mi interessa, l'importante che ad un certo punto dica al Paese, non alla CGIL, cosa intenda fare”.Contro la ridda di voci e di misure possibili sulla prossima manovra, Epifani ha attaccato: “Non va bene stare giorni e giorni con tutte queste ipotesi che creano preoccupazione: un giorno non ci sono le pensioni d'anzianità, un altro quelle di vecchiaia, un altro giorno c’è il prelievo sui redditi. Non si capisce più niente. Il governo faccia le sue scelte, le vuol fare da solo o le faccia con chi vuole, ma il Paese ha diritto di sapere”. Un metodo che il leader sindacale contesta insieme al populismo di alcune uscite di esponenti del governo, sempre legate alla prossima manovra. “Il governo non se la può cavare con il populismo dei tagli del 10%, 5%, 4% sulle retribuzioni dei parlamentari: non è quello il ‘nocciolo’ dell'equità ma è fumo a manovella per i gonzi”, ha detto Epifani convinto che “la sostanza dei provvedimenti dell'equità siano ben altri”. Infatti, circa le misure da adottare per varare la manovra biennale dall’entità di circa 28 miliardi di euro, Epifani ha chiarito che non dovranno operarsi tagli all'istruzione, agli investimenti e alla formazione. Secondo il Segretario Generale non c’è governo in Europa che intervenga su questi settori. “Spero che il governo non li tocchi perché rappresentano il futuro del Paese. Gli altri Paesi - ha aggiunto - vogliono far pagare di più a chi ha di più, lo sta facendo Zapatero che non si può citare solo per i tagli pubblici e non vedendo ciò che sta facendo sulle patrimoniali o i redditi più alti. Così come non si può citare Sarkozy e non vedere quello che sta facendo sull'equità sociale”. Per Epifani la manovra sarà ‘pesante’. Motivi per i quali, ha affermato, “spero ancora abbia un segno di equità e non debba deprimere i consumi, gli investimenti e i redditi. Non abbiamo solo il problema di mettere sotto controllo il debito pubblico, ma anche uno straordinario problema di assenza di crescita, siamo quelli che sono andati più indietro in Europa e il problema dell'occupazione, del futuro dei giovani e della lotta alla precarietà la si vince se c’è un piano che rafforzi la possibilità di crescita di tutto il Paese, altrimenti - ha concluso - saranno pannicelli caldi, populistici, più o meno furbi”.

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