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martedì 28 aprile 2015

Riforma P.A. - aggiornamento sul DDL Madia

Il DDL Madia è ancora all'esame della I Commissione Affari Costituzionali del Senato che dovrà pronunciarsi sui subemendamenti presentati agli emendamenti del relatore (all.1), Sen. Pagliari, del mese scorso.
La FP CGIL ha lavorato ad una sua proposta di subemendamenti,( all.2) elaborata sulla scia del parere espresso in audizione al senato ( all.3), e che è stata più volte ripresa nel lavoro dei senatori in commissione.
Il lavoro della categoria sulla riforma della PA parte l'anno scorso con il parere  politico (all.4) sul DL 90, l'audizione alla I Commissione (all.5) della Camera e la proposta di emendamenti unitari (all.6) al testo, incentrata sopratutto sulla inconsistenza del presupposto dell'urgenza che dovrebbe giustificare l'adozione di un decreto.
La riforma della PA portata avanti da questo Governo, è una riforma in due tempi, se non di più, che manca di sistematicità e razionalità ed è priva di un requisito fondamentale di efficacia: la condivisione.
Questa è la prima critica che è stata mossa dalla FP CGIL al DDL Madia; critica che la categoria ha avuto modo di riaffermare in sede di parere unitario alla I Commissione Senato (all.7) e che, insieme alle altre mosse nel documento politico (all.8), è alla base degli emendamenti proposti (all.9) in sede di prima stesura (all.10) del DDL.
A questo punto, l'esito della discussione in Commissione sarà determinante per capire la volontà del Parlamento nel cambiamento di una riforma profondamente ingiusta e discriminante

l'elenco completo degli emendamenti sono visualizzabili cliccando il seguente link:
http://www.fpcgil.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/30457

DDL MADIA. STATO DELL'ARTE
 
E' iniziato al Senato l'esame del DDL MADIA così come licenziato dalla I Commissione in

sede Referente.

Il testo della delega è rimasto in larga parte invariato e pure lì dove sono intervenute le

modifiche la I Commissione ha approvato gli emendamenti proposti dallo stesso Governo.

La scelta politica alla base della proposta emendativa che abbiamo elaborato in questi

mesi è stata sostanzialmente quella di tentare il più possibile una definizione e riduzione

dei confini della delega al fine di rendere più precisi e controllabili i contenuti dei decreti

delegati futuri ( cosa di non poco conto considerato quanto è successo con il jobs act).

Gli argomenti più rilevanti sui quali si è maggiormente concentrata la nostra attenzione, sia

in fase di prima stesura del ddl che di successiva riformulazione governativa, sono i

seguenti:

1) il riordino dei corpi di polizia che, a quanto pare, consisterebbe nella riorganizzazione

del solo Corpo Forestale dello Stato e nel suo assorbimento nelle altre forze di polizia, così

genericamente indicate, senza adeguate e affidabili garanzie ( solo declamate nel testo) in

ordine alla salvaguardia della specificità e della unitarietà della funzione di polizia

ambientale e agroalimentare, nonché alla salvaguardia delle professionalità esistenti.

2) la razionalizzazione e l'organizzazione degli Uffici Unici dello Stato con una

sovraordinazione del Prefetto ai Dirigenti delle Amm.ni periferiche dello Stato che si spinge

fino a ritenerlo non solo responsabile della erogazione dei servizi ( testo prima lettura) ma

anche rappresentante unico dello Stato sul territorio ( testo emendamento Pagliari). Sugli

UTS vanno ottenute dal Governo le necessarie garanzie per scongiurare il pericolo di un

arretramento dello Stato dal territorio e,quindi, dai cittadini, definendo un ordinato disegno

degli ambiti territoriali. Sulla riorganizzazione degli enti in generale riteniamo che vada

ribadita la proposta politica della campagna Riformo IO costruendo una proposta di

razionalizzazione che privilegi gli aspetti funzionali e professionali anziché quelli del mero

risparmio.

Dobbiamo, inoltre, organizzare e sviluppare sistemi di contrattazione territoriale che

contrastino il ritorno al centralismo politico e decisionale proposto da questa riforma ( art. 7

testo al Senato).

3) il sistema camerale su cui la Commissione ha modificato radicalmente il testo

proponendo il mantenimento del registro delle imprese presso le Camere di commercio,

nonché la riduzione del diritto annuale così come normato dal DL 90/14 (50% nel 2017) a

fronte di una riduzione del numero degli Enti (massimo 60). La nostra iniziativa è volta a

contenere il taglio delle risorse e a garantire il personale nei percorsi di riordino ( art. 8

testo al Senato).

4) la dirigenza per la quale i nostri emendamenti hanno avuto tutti lo scopo di ribadire il

ruolo della contrattazione nella gestione del rapporto di lavoro che, invece, sembra voler

essere completamente soppiantato dall'intervento legislativo, anche per quanto riguarda

gli aspetti retributivi. ( art. 9 testo al Senato).

Gli interventi più significativi in Commissione hanno riguardato:

- l'inclusione, nel ruolo dei dirigenti regionali, della dirigenza tecnica e professionale del

Servizio Sanitario Nazionale, nonostante il parere contrario della12° Commissione in sede

consultiva;

- l'esplicitazione della volontà di ridefinizione del rapporto tra responsabilità dirigenziale e

quella amministrativo-contabile, con particolare riferimento alla esclusiva imputabilità ai

dirigenti per l'attività gestionale.

Al tema più generale della riforma della dirigenza si aggiunge la questione relativa al

superamento della figura del Segretario comunale / provinciale: la commissione ha

prodotto dei cambiamenti del testo originario mantenendo sostanzialmente le funzioni, ma

non il ruolo, nonché prefigurando una fase transitoria di tre anni. Pur evidenziando un

passo in avanti rispetto alla prima ipotesi, non possiamo non sottolineare il mantenimento

dell'abolizione invece della trasformazione della figura così come abbiamo sempre

richiesto.

Sulla dirigenza è nostra intenzione elaborare una proposta di valore sui ruoli, sull'accesso,

sul conferimento degli incarichi, sulla valutazione che possa ispirare l'impianto dei decreti

delegati che il Governo dovrà emanare una volta approvato il DDL.

E, ovviamente, riteniamo che vada messo in piedi un confronto diretto con il Dipartimento

della funzione Pubblica su questo tema prima della stesura del dpcm.

5) riordino della disciplina del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche (art.

12 del testo al Senato) che ha visto significative modifiche in Commissione in ordine:

- alla riorganizzazione delle funzioni di accertamento medico legale sulle assenze dal

servizio per malattia dei lavoratori, affidate completamente all'INPS a cui passano anche le

risorse attualmente impegnate a questi fini dalle altre amministrazioni pubbliche;

- al lavoro flessibile alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche che viene riconosciuto

per esigenze organizzative e funzionali specifiche e , comunque, per individuate e limitate

fattispecie;

- l'introduzione di norme in materia disciplinare, materia oggi affidata alla contrattazione

collettiva;

- la semplificazione delle norme per la valutazione dei lavoratori pubblici. Si potrebbe

anche trattare di un superamento della Brunetta che non risolve, però, le problematiche

legate alla valutazione individuale, riportando la materia alla competenza del Governo e

della legge.

Nulla è cambiato, invece, sul tema della contrattazione.

Gli emendamenti che abbiamo presentato e che continueremo a sottoporre all'attenzione

del parlamento sono per il riconoscimento di un primato della contrattazione collettiva

nazionale sulla legge in materia di regolazione del rapporto di lavoro:

-avversando la disposizione sulla concentrazione delle sedi di contrattazione integrativa,

perché la determinazione del numero e del livello delle sedi di contrattazione integrativa

costituisce una facoltà esercitabile contrattualmente (CCNQ o CCNL) e non per legge;

- chiedendo l'eliminazione del criterio direttivo che prevede la definizione per legge delle

materie escluse dalla contrattazione integrativa, in quanto tali materie sono definite dal CCNL

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