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venerdì 23 settembre 2011

Il governo taglia le stime di crescita


L’Italia cresce meno del previsto e il debito supera quota 120% rispetto al Pil. Ma il governo - nella nota di aggiornamento al Def (documento di economia e finanza) esaminato dal Consiglio dei ministri, conferma comunque l’obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013. E questo grazie alle manovre di correzione varate in estate. Ma la brutta notizia è che la pressione fiscale arriverà al record del 43,9% nel 2013, superando anche quella sopportata con l’Eurotassa (era al 43,7%) già il prossimo anno quando si attesterà al 43,8%.

Il problema principale rimane comunque quello della scarsa crescita prevista per quest’anno in un timido 0,7%, 0,4 punti in meno rispetto alla previsione iniziale dell’1,1%. Ma su questo il governo ribadisce nel Def di essere già al lavoro e di avere in programma a breve interventi per il Sud, liberalizzazioni, privatizzazioni ed un impulso alla realizzazione delle infrastrutture. Allo stato comunque il Tesoro rivede al ribasso le stime sul Pil italiano in linea con le previsioni dei principali istituti internazionali e della Commissione Ue. Quest’anno la crescita si fermerà dunque allo 0,7% (1,1% la precedente previsione) e l’anno prossimo scenderà allo 0,6% (contro l’1,3% precedentemente ipotizzato).

Nel 2013 si intravede un minimo di ripresa (il Pil crescerà dello 0,9%) ma per tornare almeno sopra l’1% bisognerà attendere il 2014 (all’1,2%). Si conferma comunque il percorso che porterà l’Italia al pareggio nel 2013, e questo senza bisogno di ulteriori interventi perchè le manovre estive consentiranno di raggiungere l’obiettivo. «Tenuto conto delle previsione macroeconomiche aggiornate, la manovra complessiva varata dal governo è comunque coerente con il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013». Questo anche se - ammette il Tesoro - la manovra appena varata «se da un lato era necessaria» per contrastare l’ampliamento dei differenziali di rendimento sui titoli italiani rispetto a quelli europei, «dall’altro lato può produrre effetti non positivi sul livello di attività economica nel breve periodo». Comunque gli «effetti positivi sulla crescita si faranno via via sempre più consistenti con il passare del tempo». «Occorre infine tener presente - si legge ancora nel documento - che il pacchetto fiscale prevede misure a favore della crescita suscettibili di un impatto positivo sul potenziale dell’economia italiana».

Il percorso è dunque: il deficit si attesterà al 3,9% del Pil quest’anno per calare poi nel 2012 all’1,6% ed allo 0,1% (close to balance) nel 2013. Brutte notizie invece sul fronte debito che volerà quest’anno al 120,6% del prodotto interno lordo, per poi tornare a scendere al 119,5% nel 2012, al 116,4% nel 2013 e al 112,6% nel 2014. Le precedenti stime prevedevano dal 2011 al 2014 un rapporto debito-Pil del 120,0% (2011), 119,4% (2012), 116,9% (2013), 112,8%. Ma a ridurre l’enorme ’caricò contribuirà - secondo il Tesoro - l’aumento progressivo dell’avanzo: 0,9% nel 2011, 3,7 nel 2012, 5,4 nel 2013 e 5,7% nel 2014. Il Tesoro conferma infine le prossime mosse già annunciate: oltre ai provvedimenti sulla crescita anche la riforma fiscale-assistenziale entro il 2012 (20 miliardi) e a brevissimo (sul Def è riportata la data del 25 settembre) la ripartizione, attraverso un Dpcm, dei tagli ai ministeri. Estremamente critica sulle nuove stime la leader della Cgil, Susanna Camusso, «L’aggiornamento delle previsioni economiche era scontato per tutti quelli che hanno guardato la manovra e l’hanno giudicata depressiva». Mentre il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, commentando le stime sul Pil parla di «situazione problematica».

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