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venerdì 23 settembre 2011

Italia quasi ferma, crescono solo le tasse



da www.kataweb.it
Aggiornato il Def Il Tesoro conferma il raggiungimento del pareggio di bilancio previsto nel 2013 Ma ammette: nel breve periodo per l’economia effetti non positivi
ROMA Stagnazione economica e tasse da record. E’ la realtà dell’Italia dopo che il governo è stato costretto ad ammettere che il Paese è quasi fermo. Il ministero del Tesoro, confermando il raggiungimento del pareggio di bilancio nel 2013, ha infatti tagliato le ottimistiche stime di crescita del Pil per il 2012 e per gli anni successivi. Nella nota di aggiornamento al Def (Documento di economia e finanza) approvata in consiglio dei ministri si porta la crescita del Pil dello 0,7% per il 2011 (dall’1,1% di aprile), dello 0,6% per il 2012 (dall’1,3%), dello 0,9% (dall’1,3%) per il 2013 e dell’1,2% per il 2014 (rispetto all’1,6%). Le stime si avvicinano a quelle della Commissione europea e del Fmi, quest’ultimo dubbioso che l’Italia possa centrare il pareggio di bilancio. Nonostante la pesantezza della decisione (dimezzamento delle stime precedenti), la riunione del consiglio dei ministri si è svolta molto velocemente, creando tensione in alcuni ministri, già irritati per l’assenza di Tremonti. Rispetto al documento di aprile il Tesoro, pur affermando che non c’è bisogno di una nuova manovra, ammette una crescita minore di due punti. Si tratta di uno «scenario drammatico - commenta Stefano Fassina, responsabile economico del Pd - nonostante sia decisamente ottimistico rispetto alle valutazioni fatte dal Fmi». La non crescita si accompagna all’aumento di prezzi e tariffe e al livello record della pressione fiscale (quota media di reddito prelevata dallo Stato per finanziare la spesa pubblica). Secondo le stime del Tesoro arriverà al 43,8% nel 2012 e al 43,9% l’anno dopo. Un livello mai raggiunto nemmeno nel 1997 quando l’Eurotassa portò il peso del fisco al 43,7%. I tagli ai trasferimenti locali certamente faranno accrescere il peso del fisco sui cittadini. Secondo la Cgil di Mestre, infatti, nel 2014 gli effetti complessivi delle manovre correttive di luglio e di agosto faranno schizzare la pressione fiscale alla«mostruosa» quota 54%. Il debito pubblico italiano si attesterà quest'anno al 120,6% del prodotto interno lordo, al 119,5% nel 2012 e al 116,4% nel 2013 per scendere al 112,6% nel 2014. Le precedenti stime prevedevano dal 2011 al 2014 un rapporto debito-Pil del 120,0% (2011), 119,4% (2012), 116,9% (2013), 112,8% (2014). Nel Def il Tesoro conferma comunque il pareggio di bilancio nel 2013: il deficit raggiungerà il 3,9% del Pil quest’anno per poi calare nel 2012 all’1,6% e allo 0,1% nel 2013. Nella nota di aggiornamento del Def si prevede, a completamento della manovra, di collegare i provvedimenti per infrastrutture, liberalizzazioni, privatizzazioni e interventi per il sud. Inoltre, si legge nel Def, gli effetti sull’economia saranno duri da digerire nel breve periodo. Solo in futuro ci sarà un «impatto positivo». Il presidente dei senatori Pdl Cicchitto è fiducioso sugli annunciati provvedimenti di crescita ma Susanna Camusso, segretario Cgil, trae la conferma che è stata fatta una manovra «depressiva». Di questo passo, ha aggiunto, «ogni manovra precede quella successiva». Colpa del governo che ha presentato un «piano decennale della crescita e se fossimo in un paese normale si sarebbero messi tutti a ridere. Noi abbiamo un problema di risposte a breve e ci raccontano una cosa a costo zero che andrà nel tempo». Intanto il Pd ha presentato la proposta di legge per l’abrogazione dell’articolo 8 della manovra di agosto.

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