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venerdì 31 ottobre 2014

Piano anti-corruzione

 
 
Quasi 500 pagine fitte di tabelle e grafici che passano in rassegna tutti gli uffici comunali e i procedimenti, individuando anche un coefficiente di rischio: grazie a un calcolo matematico, ogni settore ha un suo coefficiente che indica la maggiore o minore possibilità di fenomeni corruttivi in base alla probabilità che un evento accada e ai danni che potrebbe causare. E in base a questo, il Comune prenderà subito provvedimenti con, per esempio, la rotazione entro il 2014 del personale degli uffici più a rischio.

Il piano è in realtà ormai un obbligo di legge, così come sancito dalla 190 del 2012: le amministrazioni pubbliche devono stilarne uno ogni tre anni aggiornandolo costantemente (entro il 31 gennaio di ogni anno), anche con il contributo dei così detti stakeholder, ovvero i portatori di interessi, nell’ambito di due giornate l’anno dedicate al tema. L’obiettivo è quello di ridurre le opportunità di corruzione, aumentare la capacità di scoprirle e creare contesti “sfavorevoli” alle mazzette. Il consiglio comunale ha adottato le linee guida entro il 31 gennaio, ma la parola definitiva spettava alla giunta che ha dato il via libera il 27 marzo scorso. Una stretta contro la corruzione che oggi più che mai è necessaria anche al Comune, alle prese negli ultimi anni con continui scandali.

Ma quali sono, per l’appunto, i settori su cui si concentrerà maggiormente l’attività di controllo di piazza Pretoria? Il Suap, i cimiteri, i tributi (specie la Tares), la commissione di vigilanza per i pubblici spettacoli ma anche opere pubbliche, condono edilizio, pubblicità, nuovo Prg, passi carrabili, suolo pubblico, centro storico, concorsi, progressioni di carriera, appalti, autorizzazioni e concessioni, sovvenzioni e contributi (per i quali sarà obbligatorio scansionare tutto e metterlo su file, il 40% entro il 2014, l’80 entro il 2016). I settori più a rischio dovranno inoltre sottostare alla rotazione dei responsabili dei procedimenti e dei componenti delle commissioni di gara ogni tre (o cinque) anni. Entro due mesi però la rotazione dovrà avvenire all’ufficio tecnico dei tributi e al condono edilizio, con tanto di controlli a tappeto sulla concessioni di esenzioni e agevolazioni, ma anche all’assessorato alla Cultura. Agli impianti cimiteriali i controlli a campione dovranno riguardare il 50% delle pratiche, al Suap i sopralluoghi dovranno essere “collettivi”. Rotazione anche per posizioni organizzative e alte professionalità.

I condannati (anche in primo o secondo grado) per peculato, concussione, corruzione, abuso d’ufficio e in generale per reati contro la pubblica amministrazione non potranno essere assegnati in uffici che gestiscono soldi, acquistano beni e servizi o concedono sussidi e contributi. Tutti i dipendenti, anche precari, ogni anno dovranno inoltre compilare un questionario in cui dichiarare eventuali parentele con chi lavora per soggetti che stipulano contratti col Comune, attività professionali di mariti, mogli e figli e rapporti di collaborazione (gratuiti o a pagamento).

Il Piano riguarda non solo i dipendenti del Comune (7.193 di ruolo, 965 Coime, 189 Lsu Palermo lavoro e 114 Lsu e Fno) ma anche consulenti, esperti e dirigenti a tempo. Inoltre in ogni area verrà individuato un referente. Ogni tre mesi Palazzo delle Aquile dovrà monitorare, per ogni procedimento amministrativo, non solo i tempi di conclusione ma anche il rispetto dell’ordine cronologico delle pratiche. Ogni sei mesi inoltre si dovrà verificare l’esistenza di eventuali parentele (fino al secondo grado) tra chi si occupa dei procedimenti e chi ne beneficia. I dipendenti dei settori più a rischio dovranno anche frequentare obbligatoriamente dei corsi di formazione entro l’anno.

La tempistica, anche per il futuro, è ben scandita: entro il 30 settembre di ogni anno i singoli capiarea dovranno segnalare le aree a rischio ed eventuali correttivi; entro il 31 dicembre il responsabile della prevenzione elabora il piano; entro il 31 gennaio successivo la giunta lo approva, inviandolo anche alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e alla Regione e pubblicandolo sul proprio sito, in un’apposita sezione, insieme a una relazione sullo stato dell’arte.

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