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mercoledì 25 luglio 2012

Nota informativa Iniziativa Cittadini Europei


Nota informativa


Iniziativa dei cittadini europei:

L’acqua e i servizi igienico-sanitari sono un diritto umano!

Antecedenti
In occasione del Congresso del 2009, la Federazione sindacale europea dei servizi pubblici (FSESP) ha deciso di lanciare un’iniziativa per raccogliere un milione di firme allo scopo di ottenere il riconoscimento del diritto all’acqua in quanto diritto umano. A tal fine era stata prevista una mobilitazione di lavoratori e cittadini a difesa di tale diritto e contro le nefaste conseguenze delle politiche di liberalizzazione e di concorrenza, ormai predominanti all’interno della Commissione europea e tra i governi dei paesi membri. La campagna è stata posticipata a causa dei ritardi della Commissione europea nel determinare le norme che disciplinano il diritto di Iniziativa dei cittadini europei. Nel marzo del 2011, la Commissione ha finalmente stabilito dette norme. Per ulteriori dettagli sulla normativa in materia si veda: http://ec.europa.eu/citizens-initiative/public/welcome?lg=it

Le Nazioni Unite hanno riconosciuto il diritto universale della persona all’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari. Il 28 luglio 2010, con la Risoluzione 64/292, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha esplicitamente considerato l’accesso all’acqua e ai servizi igienico-sanitari nel novero dei diritti umani, riconoscendo altresì che l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari rappresenta un fattore imprescindibile per il pieno godimento di tutti i diritti umani. La Risoluzione esorta gli Stati e le organizzazioni internazionali a stanziare risorse finanziarie, nonché a contribuire a consolidare le capacità e il trasferimento delle tecnologie con l’obiettivo di fornire a tutti acqua potabile e servizi igienico-sanitari salubri, sicuri, accessibili e economicamente alla portata di ogni individuo. La risoluzione è stata approvata con 122 voti favorevoli, zero contrari e 41 astensioni. Tra i paesi astenuti si contano 17 Stati membri dell’Unione europea.

Tutti i cittadini necessitano di acqua potabile e sistemi sanitari sicuri. Sebbene le Nazioni Unite abbiano inserito l’accesso all’acqua potabile e ai sistemi igienico-sanitari nel novero dei diritti umani universali, molte persone ancora ne sono escluse. Questo diritto deve concretizzarsi all’interno dell’Unione europea.
Cosa chiediamo
1. Servizi idrici e igienico-sanitari garantiti per tutti nell’Unione europea.

Riteniamo che l’Unione europea debba rendere effettivo il diritto umano all’acqua nella misura in cui i servizi idrici e igienico-sanitari sono normati dal diritto comunitario (in quanto servizi di interesse generale). L’Unione europea deve promuovere la realizzazione, a livello nazionale, di questo diritto umano definendo obiettivi vincolanti per tutti gli Stati membri, così da assicurarne una copertura universale.

2. I diritti umani devono prevalere sugli interessi di mercato: no alla liberalizzazione dei servizi idrici.

Vogliamo un cambiamento di mentalità all’interno dell’UE, una svolta dall’attuale impostazione basata sulla concorrenza ed orientata esclusivamente al mercato ad un approccio fondato sui diritti e incentrato sul servizio pubblico. L’acqua è una risorsa naturale limitata ed un bene comune essenziale per la vita e la salute. È monopolio “naturale” e deve essere tenuto fuori dalle logiche del mercato interno.

3. Accesso universale all’acqua e ai servizi igienico-sanitari sull’intero pianeta.

Riteniamo che l’UE debba intensificare il suo impegno per far sì che il diritto all’acqua e ai servizi igienico-sanitari sia garantito a livello universale. L’Unione europea deve definire obiettivi ed incorporare nella sua politica di sviluppo il conseguimento dell’accesso universale (a livello mondiale) all’acqua e ai servizi igienico-sanitari. In questo modo l’UE promuoverà attivamente il godimento globale del diritto all’acqua e ai servizi igienico-sanitari.

Le nostre proposte alla Commissione europea per rendere effettivo il diritto umano all’acqua e ai servizi igienico-sanitari:

1. Utilizzare il diritto umano all’acqua e ai servizi igienico-sanitari in tutte le comunicazioni relative alle risorse idriche e/o ai servizi di raccolta e smaltimento dei reflui.

2. Garantire servizi per la fornitura di acqua (sicura, pulita e economicamente accessibile) e servizi igienico-sanitari a tutte le persone negli Stati membri dell’Unione europea.

3. Astenersi dal trasformare i servizi idrici in servizi commerciali, escludendo l’acqua dalle regole del mercato interno. Questo obiettivo può essere conseguito se la Commissione europea si impegna a:

• Non liberalizzare i servizi idrici e igienico-sanitari.

• Non includere tali servizi in accordi commerciali quali il CETA.

• Promuovere i partenariati pubblico-privato.

• Ribadire con fermezza, in tutte le politiche comunitarie attinenti alle risorse idriche, il principio “l’acqua non è una merce” iscritto nella Direttiva quadro sull’acqua.

• Specificare chiaramente che la tutela delle nostre acque prevarrà sulle politiche commerciali.

• Evitare l’interruzione del servizio agli utenti che non sono in grado di pagare le bollette per la fornitura idrica, predisponendo meccanismi di protezione sociale incentrati sui principi della non discriminazione.

• Garantire che le aziende private che gestiscono i servizi idrici diano prova di totale trasparenza e apertura in merito ai rispettivi contratti (nessuna riservatezza commerciale in questo servizio pubblico).

• Promuovere la partecipazione dei cittadini alla definizione delle politiche e alle strutture di governance dei servizi idrici.

4. Ampliare l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico-sanitari in tutto il mondo, integrando il conseguimento di un accesso universale ai servizi idrici e igienico-sanitari nella politica di sviluppo dell’UE e innalzando la quota riservata al miglioramento di tali servizi negli aiuti pubblici allo sviluppo (APS).

5. Promuovere i partenariati pubblico-pubblico (partenariati tra operatori del settore idrico) in base a principi non lucrativi e di solidarietà tra operatori e lavoratori del settore idrico in diversi paesi.

6. Sancire per legge che il controllo dell’acqua e delle risorse idriche deve rimanere in mano al settore pubblico.

7. Sostenere i paesi dell’UE e gli altri Stati che non dispongono dei capitali necessari per estendere i servizi idrici e sanitari alle popolazioni più indigenti.

8. Predisporre un quadro giuridico che consenta e incentivi gli operatori del settore a stanziare l’1% del rispettivo fatturato annuo ai partenariati tra gestori nei paesi in via di sviluppo (come avviene attualmente nei Paesi Bassi e in Francia).

9. Introdurre un sistema europeo di standard di riferimento (benchmarking) per innalzare la qualità dei servizi idrici pubblici.

10. Definire un codice di autodisciplina per le aziende del settore idrico nei 27 Stati membri dell’UE.

Calendario
È stato costituito il Comitato dei cittadini, organo di rappresentanza ufficiale di questa Iniziativa dei cittadini europei. Il numero minimo di componenti richiesto è di sette persone provenienti da sette diversi paesi europei. Abbiamo 30 rappresentanti di 25 paesi nei quali realizzeremo la campagna ed in cui abbiamo istituito gruppi d’azione nazionali.

Condurremo questa campagna sia in rete, sia scendendo nelle strade. Le firme possono essere raccolte sul sito Internet della campagna www.right2water.eu e in versione cartacea. La raccolta delle firme inizierà non appena la Commissione europea avrà accettato la nostra ICE. Presenteremo la nostra proposta il 1° aprile 2012, prima data utile per la presentazione di un’iniziativa dei cittadini europei.

Febbraio 2012: Integrazione del software della CE sul sito Web

Marzo 2012: “pre-lancio” in occasione del 6° Forum mondiale dell’acqua (FAME/WWF6) a Marsiglia (12-17 marzo)

Test del sito Web e certificazione del sistema di raccolta firme in rete.

22 marzo 2012: Giornata mondiale dell’Acqua; inaugurazione del sito Web www.right2water.eu

1° aprile 2012: registrazione / presentazione dell’ICE alla CE

24-25 aprile 2012: data prevista della conferma della registrazione ad opera della CE = primo giorno per raccogliere le firme! Evento parallelo in occasione del Comitato esecutivo della FSESP.

Aprile 2012 – Aprile 2013: un anno di tempo per raccogliere un milione di firme.

Organizzazioni di supporto

La campagna sarà realizzata sia in rete sia nelle strade. Siamo alla ricerca di un’ampia gamma di sostenitori tra le ONG quali associazioni ambientaliste, sociali e di sviluppo, ma anche associazioni di donne, organizzazioni religiose e aziende pubbliche (idriche). Chiederemo il sostegno di queste organizzazioni in termini di visibilità (pubblicazione del loro logo sul sito Web dedicato all’ICE, collegamenti tra siti Internet), promozione (su newsletter, ecc.) o altre forme di sostegno (volontari per la raccolta delle firme su registri cartacei, pubblicità della campagna, ecc.).

Solleciteremo inoltre il sostegno dell’intera classe politica, nonché il supporto di personalità pubbliche che possano fungere da ambasciatori della campagna mostrando pubblicamente la loro adesione, quali sindaci, esponenti del mondo universitario, ex politici, celebrità, presidenti di sindacati o confederazioni, presidenti di ONG e altre organizzazioni che ci sostengono, ecc.

Sintesi dell’iter per la presentazione di un’Iniziativa dei cittadini europei

a) Le finalità dell’iniziativa devono rientrare in uno qualsiasi dei settori nei quali la Commissione europea ha la facoltà di proporre un atto legislativo in virtù dei Trattati e non devono essere manifestamente prive di sostanza o contrarie ai valori dell’Unione.

b) Gli organizzatori devono istituire un comitato di cittadini composto da almeno sette persone e designare un/una rappresentante ed un/una supplente in qualità di referenti. Tali persone, così come i futuri firmatari dell’iniziativa, devono essere cittadini dell’Unione europea ed aver acquisito il diritto di voto per le elezioni al Parlamento europeo.

c) Prima di iniziare la raccolta delle firme, gli organizzatori sono tenuti a richiedere alla Commissione la registrazione dell’iniziativa utilizzando l’apposito modulo standard, allegando le motivazioni e il testo giuridico che ritengono opportuni.



d) Entro due mesi, la Commissione procede alla registrazione o respinge l’iniziativa proposta e informa gli organizzatori dei motivi di tale rifiuto e di tutti i possibili ricorsi giudiziali ed extragiudiziali a loro disposizione.



e) Deve essere raccolto un cospicuo numero di firme in almeno sette Stati membri. Il numero minimo di firmatari richiesto per ciascun paese deve essere pari al numero degli eurodeputati eletti in detto paese, moltiplicato per 750.



f) All’atto della registrazione e per l’intero iter, gli organizzatori sono tenuti a dichiarare e a garantire la totale trasparenza sulle proprie fonti di finanziamento.



g) Sarà possibile raccogliere le firme per via elettronica o cartacea. Per quanto attiene la registrazione e la verifica delle firme sono previste diverse procedure nazionali: in 18 dei 27 Stati membri è richiesta, unitamente alla firma, l’indicazione del numero di Carta di identità o passaporto, mentre tale requisito non è previsto nei restanti nove.


h) Il termine massimo per la raccolta delle dichiarazioni di sostegno e per soddisfare le condizioni richieste è fissato a 12 mesi prima della presentazione dell’iniziativa alla Commissione.

i) Il Comitato dei cittadini può presentare di persona l’iniziativa alla Commissione “ad un livello appropriato”. È prevista un’audizione al Parlamento europeo. Entro tre mesi, la Commissione europea pubblicherà in una comunicazione le proprie conclusioni finali a carattere giuridico e politico, nonché le ragioni alla base della decisione.

j) Gli organizzatori delle iniziative di cittadini e le autorità competenti devono attenersi alla legislazione vigente in materia di protezione dei dati allo scopo di garantire che le informazioni personali siano raccolte esclusivamente ai fini dell’iniziativa e che le dichiarazioni di sostegno siano successivamente distrutte. Gli organizzatori saranno altresì passabili di sanzione per qualsiasi altra infrazione al regolamento, come ad esempio l’utilizzo di firme false.

La legislazione NON conferisce ai cittadini un reale diritto all’iniziativa legislativa, non essendo vincolate per la Commissione. Pertanto, anche nel caso in cui una ICE raggiunga il numero richiesto di firme e sia conforme a tutte le disposizioni normative, la Commissione avrà la facoltà di respingere l’iniziativa. L’ICE deve essere considerata qual è: uno strumento per la definizione programmatica che consente ai cittadini di attirare l’attenzione non solo della Commissione, ma anche degli organi di comunicazione e dell’opinione pubblica in generale su una determinata materia e di avviare un dibattito su scala europea

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