Comuni: 800 milioni da emendamenti, una goccia nel mare
Sul pagamento degli stipendi negli enti locali servono garanzie o saltano i servizi
Roma, 26 luglio 2012
“Gli 800 milioni previsti per le municipalità dall'emendamento al dl 95, assegnati come una
tantum, sono un passo avanti troppo timido, vista la sforbiciata da 2 miliardi di euro che i
Comuni italiani subiranno a regime. Senza un intervento sul patto di stabilità che liberi
risorse per gli investimenti e la valorizzazione del personale, ma soprattutto che garantisca
il pagamento degli stipendi negli enti con maggiori difficoltà, rischia di saltare il sistema dei
servizi locali. Un rischio che non possiamo permetterci”, con queste parole Federico
Bozzanca, Segretario Nazionale dell'Fp-Cgil, commenta il contenuto dell'emendamento
all'art.16 inserito dei relatori del testo sulla spending review.
“Nel caso in cui il Governo irresponsabilmente non affrontasse un problema causato dalle
sue scelte miopi e dovesse verificarsi il mancato pagamento degli stipendi, le reazione dei
lavoratori e la nostra risposta sindacale, oltre allo sciopero già proclamato con la Uil per il
28 settembre, non si farebbero attendere. In tal senso – continua il sindacalista -
condividiamo gli allarmi dell'Anci e dell'Upi sul pagamento degli stipendi, sulla tenuta
occupazionale e dell'offerta di servizi nelle autonomie locali. Quanto ad esempio all'idea
che si possano accorpare Province senza effettuare investimenti e prevedendo un ulteriore
taglio lineare di 1,5 miliardi di euro a regime, ci sembra che al netto della propaganda non
ci sia un'idea di fondo, se non quella puramente ragionieristica. Un processo di
riorganizzazione serio non può essere accompagnato da tagli, soprattutto se di questa
entità”.
“Tra le ultime manovre del Governo Berlusconi e gli interventi previsti dalla cosiddetta
spending review del Governo Monti, ai soli Comuni sono state sottratte risorse per oltre 20
miliardi di euro. Un disastro a cui si somma una storica riduzione dei fondi, che tra il 1991
e il 2010 hanno subito un pesante ridimensionamento in termini di spesa pro capite
destinata dallo Stato centrale alle municipalità: da 555 euro a poco più di 300. Bisogna
correre ai ripari e farlo in tempi celeri. Sempre che il Governo Monti – conclude Bozzanca -
voglia ancora garantire i servizi essenziali, dall'assistenza ad anziani e famiglie agli asili
nido”.
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