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giovedì 24 novembre 2011

Termini Imerese - ultimo giorno


Oggi chiude per sempre la Fiat di Termini Imerese. Per i 1.556 lavoratori diretti più i 700 dell’indotto del domani non v’è certezza e c’è da scommettere che le assemblee unitarie previste in giornata decideranno proteste molto forti, scaricando la rabbia di mesi di attesa. Tutti ieri si aspettavano buone notizie dal tavolo al ministero dello Sviluppo economico, il primo da quando è arrivato Corrado Passera. Invece dal camino di via Veneto è arrivata l’ennesima fumata nera. Il nodo del contendere è sempre lo stesso: convincere Fiat a mettere sul piatto i 7 milioni di euro per incentivi ai prepensionamenti, indennità di preavviso e quant’altro per i lavoratori che non saranno ri-assunti dal gruppo Di Risio. Il Lingotto si è sempre detto, in linea di principio, disponibile ma continua a fare melina non stabilendo una cifra e chiedendo prima che si fissino con precisione i numeri dei lavoratori che accederebbero agli scivoli verso la pensione. A questo proposito ieri si è deciso che l’accesso agli incentivi è possibile solo per i lavoratori che nel periodo di mobilità (i quattro anni di cassa integrazione) matureranno i requisiti per la pensione. Un modo per ridurne il numero da 700 verso 500. L’unico fatto nuovo e positivo emerso ieri è «la disponibilità della regione Sicilia, a trovare finanziamenti per una positiva soluzione della questione mobilità, in aggiunta rispetto a quelli che sarebbero già messi in campo», come spiega Domenico Arcuri, ad di Invitalia, advisor del passaggio da Fiat a Dr motor. «Ai lavoratori - spiega Enzo Masini mentre, dopo aver partecipato al tavolo, scende a Termini Imerese dove sarà raggiunto dal segretario generale Maurizio Landini - racconteremo che la Fiat di Marchionne, quella che non chiede soldi pubblici e ha 17 miliardi di liquidità, vuole lo sconto sui 7 milioni, scaricando sulla Regione Sicilia spese che le spetterebbero». Critici anche gli altri sindacati con la Fim che parla di «estenuanti passi avanti» e «di tempi stretti per chiudere l’accordo». Tutto è rimandato a mercoledì prossimo per, si spera, «l’ultimo incontro » al ministero.
A TORINO PER CONTRATTO DI GRUPPO Sempre ieri è arrivato dalla Fiat la convocazione ai sindacati, Fiom compresa, per discutere del contratto di gruppo dopo la disdetta di tutti i contratti precedenti annunciata martedì da Fiat Automobile e ieri da Fiat Industrial (marchi Cnh, Iveco, New Holland). L’incontro è stato fissato per martedì 22 alle 10,30 all’Unione industriali di Torino. Articolate le reazioni dei sindacati. Se Antonio D’Anolfo, segretario Ugl metalmeccanici promette di «sedersi con l’unico scopo di garantire migliori condizioni contrattuali ed economiche per tutti i lavoratori», per Eros Panicali, segretario nazionale Uilm «il confronto negoziale dovrà essere celere e portare ad un soddisfacente risultato». La Fiom, pur ribadendo che non firmerà mai un contratto modello Pomigliano, si augura «novità da parte di Fiat»: «Mi sembra che la trama si stia svolgendo secondo un copione già scritto. Noi andremo all’incontro per provare a cambiare un finale che qualcuno ha già scritto», spiega Giorgio Airaudo, responsabile auto dei metallurgici della Cgil.❖

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