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mercoledì 14 settembre 2011

Fiom: Napolitano non firmi l’art. 8. Quirinale sorpreso



Proprio nelle ore in cui la manovra economica stava compiendo l’ultima parte di un percorso accidentato che si concluderà quest’oggi alla Camera con il voto di fiducia, mentre l’Italia aveva puntati addosso gli occhi attenti dei mercati e dell’Europa in una mattinata piena più di preoccupanti ombre che di auspicate luci, è arrivata al Quirinale, firmata dal segretario generale della Fiom la sollecitazione «al garante della nostra Carta Costituzionale» a non firmare «una legge in contrasto con i principi costituzionali» specialmente nella parte, l’articolo 8, che è «un attentato ai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici perché consente ai contratti aziendali o territoriali di derogare ai quelli nazionali e alle leggi». La risposta del Quirinale non si è fatta attendere. «Sorprende che da parte di una figura di rilievo del movimento sindacale si rivolgano al presidente della Repubblica richieste che denotano una evidente scarsa consapevolezza dei poteri e delle responsabilità del Capo dello Stato ». Le sue perplessità e le sue preoccupazioni sulle norme in discussione a cominciare dall’articolo 8, Napolitano le aveva nei giorni scorsi lasciate intendere. Però ora è indispensabile centrare un obbiettivo che rientra nell’interesse di tutti. E quindi la richiesta arrivata al Colle non poteva che «sorprendere».
FARE PRESTO La crisi è tale da imporre una rapida approvazione della manovra. Tanto più che,nonostante i sacrifici, sul futuro si addensano già altre nubi. Una volta rassicurati i mercati e le istituzioni europee è evidente che poi bisognerà passare ad una fase che porti alla indispensabile crescita «tema stringente e drammatico» sollecitato più volte in questi giorni da Napolitano. Per quanto riguarda la legge che oggi arriva al voto con la fiducia numero cinquanta gli elementi di incostituzionalità dovranno essere vagliati dalla Corte Costituzionale, così come previsto. Per la Cgil ha parlato il segretario confederale, Fulvio Fammoni. «Non abbiamo alcuna intenzione di tirare per la giacchetta il presidente della Repubblica, non lo abbiamo mai fatto e non lo faremo. Abbiamo sempre avuto rispetto del Capo dello Stato e lo avremo anche questa volta, rispettiamo la sua decisione, qualunque sia. Abbiamo fiducia». «Massimo rispetto per l’azione e l’equilibrio dimostrato in questi difficili anni dal presidente della Repubblica» è stato poi ribadito dallo stesso Landini che, denunciando «l’attacco alla Costituzione materiale del Paese» ha chiarito di essersi «permesso» di avanzare la sua richiesta «tenuto conto che in occasioni recenti, sulla scorta di una valutazione di dubbia costituzionalità, Napolitano abbia rinviato alle Camere provvedimenti legislativi o abbia sollecitato modifiche che eliminassero tali profili». Sulla manovra «dannosa e inaccettabile » l’Idv ha presentato alla Camera una pregiudiziale di costituzionalità che è stata bocciata anche dall’opposizione.

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