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martedì 8 giugno 2010

Lettera aperta a Belusconi della scrittrice albanese Elvira Dones sulle "belle ragazze albanesi"



In visita a Tirana, durante l'incontro con Berisha, il premier ha attaccato gli scafisti e
ha chiesto più vigilanza all'Albania. Poi ha aggiunto:"Faremo eccezioni solo per chi
porta belle ragazze"
Egregio Signor Presidente del Consiglio, le scrivo su un giornale chelei non legge, eppure qualche parola gliela devo, perché venerdì il suodisinvolto senso dello humor ha toccato persone a me molto care: "le belleragazze albanesi". Mentre il premier del mio paese d'origine, Sali Berisha,confermava l'impegno del suo esecutivo nella lotta agli scafisti, lei hapuntualizzato che "per chi porta belle ragazze possiamo fare un'eccezione."

Io quelle "belle ragazze" le ho incontrate, ne ho incontrate a decine,di notte e di giorno, di nascosto dai loro magnaccia, le ho seguite daGarbagnate Milanese fino in Sicilia. Mi hanno raccontato sprazzi delle loro viteviolate,strozzate, devastate. A "Stella" i suoi padroni avevano inciso sullo stomacouna parola: puttana. Era una bella ragazza con un difetto: rapita in Albania etrasportata in Italia, si rifiutava di andare sul marciapiede. Dopo un mese di
stupri collettivi ad opera di magnaccia albanesi e soci italiani, le toccòpiegarsi. Conobbe i marciapiedi del Piemonte, del Lazio, della Liguria, echissà quanti altri. E' solo allora - tre anni più tardi - che le incisero lasua professione sulla pancia: così, per gioco o per sfizio.

Ai tempi era una bella ragazza, sì. Oggi è solo un rifiuto della società,non si innamorerà mai più, non diventerà mai madre e nonna. Quel puttana sullapancia le ha cancellato ogni barlume di speranza e di fiducia nell'uomo, ilmassacro dei clienti e dei protettori le ha distrutto l'utero.Sulle "belle ragazze" scrissi un romanzo, pubblicato in Italia con iltitolo Sole bruciato. Anni più tardi girai un documentario per la tivùsvizzera: andai in cerca di un'altra bella ragazza, si chiamava Brunilda,suopadre mi aveva pregato in lacrime di indagare su di lei. Era un padre cometanti altri padri albanesi ai quali erano scomparse le figlie, rapite,mutilate, appese a testa in giù in macellerie dismesse se osavano ribellarsi.Era un padre come lei, Presidente, solo meno fortunato. E ancora oggi il padredi Brunilda non accetta che sua figlia sia morta per sempre,
affogata in mare o giustiziata in qualche angolo di periferia.

Lui continua a sperare, sogna il miracolo. E' una storia lunga, Presidente... Ma se sapessi di poter contare sulla sua attenzione, le invierei una copia del mio libro, o le spedirei il documentario, o farei volentieri due chiacchiere conlei. Ma l'avviso, signor Presidente: alle battute rispondo, non le ingoio.In nome di ogni Stella, Bianca, Brunilda e delle loro famiglie questepoche righe gliele dovevo. In questi vent'anni di difficile transizionel'Albania s'è inflitta molte sofferenze e molte ferite con le sue stessemani,ma nel popolo albanese cresce anche la voglia di poter finalmente camminarea spalle dritte e testa alta. L'Albania non ha più pazienza né comprensioneper le umiliazioni gratuite. Credo che se lei la smettesse di considerare i drammiumani come materiale per battutacce da bar a tarda ora, non avrebbe che da
guadagnarci.Questa "battuta" mi sembra sia passata sottotono in questi giorni incui infuria la polemica Bertolaso , ma si lega profondamente al pensiero e alleazioni di uomini come Berlusconi e company, pensieri e azioni in cui il rispetto per
le donne é messo sotto i piedi ogni giorno, azioni che non sonomeno criminali di quelli che sfruttano le ragazze albanesi, sono solocamuffate sotto gesti galanti o regali costosi mi vergogno profondamente e chiedoscusa anch'io a tutte le donne albanesi

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