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mercoledì 7 luglio 2010

Pensioni, cosa prevede in peggio il Governo


La CGIL torna ad attaccare la manovra denunciando come “dietro il cosiddetto ‘refuso’ sui 40 anni, il governo sta attuando un cambiamento strutturale del sistema pensionistico”. La Segretaria confederale dell’organizzazione sindacale, con delega alla previdenza, Vera Lamonica, punta il dito contro il governo che “dopo aver affermato che non sarebbe stato necessario cambiare nulla, perché com’è noto il sistema è in equilibrio, ora oltre che continuare a prendere risorse dalla previdenza per fare cassa, per la prima volta, si convogliano le risorse che il governo pensa di ottenere con l’innalzamento dell’età pensionabile delle dipendenti pubbliche, nel fondo presso la Presidenza del Consiglio”.

Secondo la CGIL in questo modo “si riduce la solidarietà interna al sistema, dando un ulteriore colpo al futuro pensionistico dei giovani, già fortemente a rischio”.Lamonica ricorda inoltre che “le donne del Pubblico Impiego andranno in realtà in pensione minimo a 67 anni per effetto della somma di: innalzamento dell’età a 65 anni; un anno in più della finestra a scorrimento; l’innalzamento di 3 mesi nel 2015 e 3 o 4 nel 2016, a seguito dell’adeguamento obbligatorio alle aspettative di vita che si vorrebbe anticipare e realizzare in entrambi gli anni piuttosto che a cadenza triennale. Peraltro per tale adeguamento la norma prevede ben altra procedura di applicazione, e non un ‘decreto direttoriale’ che così sfugge a qualsiasi controllo parlamentale”. Secondo la dirigente sindacale, inoltre, “l’accanimento prosegue perché, oltre che l’innalzamento dell’età pensionabile, le donne del Pubblico Impiego si vedranno una pensione minore, per effetto dell’applicazione dei coefficienti di calcolo che scatteranno anche nel 2013 e nel 2016, dopo quello già avvenuto nel 2010.

Insomma, più anni al lavoro e riduzione della prestazione, questa è la filosofia”. Questo meccanismo, sottolinea Lamonica, “fatto di maggiore tempo per una minore pensione, coglierà tutti coloro che stanno nel sistema misto ed in quello contributivo. E quelli che hanno 40 anni, per fortuna sfuggiti al ‘refuso’, comunque si vedono allungare di un anno, con in più la beffa di dover continuare a versare i contributi senza alcun ritorno sulla prestazione. A proposito: questi soldi che si continueranno a pagare senza averne ritorno alcuno, dove finiranno? Andranno anch’essi in spesa corrente? E poi si dice che non si mettono le mani nelle tasche degli italiani”. Infine, la Segretaria Confederale CGIL ricorda che, “con l’inseguimento all’innalzamento dell’età, che non ha più limiti, si vanno progressivamente abolendo le pensioni sociali.

Si tratta nel complesso - conclude Lamonica - di una vera e propria controriforma, fatta di soppiatto e giocata contro i lavoratori, e soprattutto le lavoratrici, e contro i giovani che non sapranno più se e quando andranno in pensione e come ci andranno”.

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