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Si rammenta che le disposizioni sulla protezione dei lavoratori dalle esposizioni ai campi elettromagnetici - derivate dal recepimento della direttiva 2004/40/CE e contenute nel Capo IV del Titolo VIII del Decreto legislativo 81/2008 - entreranno in vigore il 30 aprile 2012, fermo restando che, già prima di tale data, era valido il principio generale previsto dall'art. 28 del Testo Unico, e ribadito relativamente agli agenti fisici all'art. 181, che impegna il datore di lavoro alla valutazione di tutti i rischi per la salute e la sicurezza.
Nel trasmettere per posta elettronica un'importante ricerca valutativa effettuata dall'Università di Padova,(clicca sul link http://www.cgil.it/dettagliodocumento.aspx?ID=18860)
che mostra una metodologia di intervento sulla specifica materia , si evidenzia che il rischio elettromagnetico, risultato crescente del progresso tecnologico nel campo delle radio-telecomunicazioni, ha portato al continuo incremento di sorgenti di campi elettromagnetici, producendo un consistente aumento dell'esposizione a tali agenti fisici per gran parte della popolazione e dei lavoratori.
I livelli dei campi elettrici e magnetici generati dalle diverse apparecchiature o impianti devono pertanto essere valutati al fine di confrontare i risultati del livello di esposizione con i limiti imposti dal D.P.C.M. n. 199 dell'8/07/2003, il decreto che ha regolamentato questa materia.
Le fonti elettromagnetiche, infatti, a secondo dei livelli, possono generare problematiche biologiche, ai portatori di pacemaker, ma anche ai dispositivi elettronici più in genere e, pertanto, qualora si accerti il superamento dei valori limite il datore di lavoro deve attuare tutte le misure necessarie a ridurre l'esposizione dei lavoratori, a partire dall'apposizione di una segnaletica utile a 'confinare' la sorgente espositiva oltre che a fornire l'apposita formazione ed informazione ai lavoratori interessati dal rischio, sottoponendoli anche alla prescritta sorveglianza sanitaria.
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