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lunedì 7 marzo 2011

Patto di competitività U.€.




Il documento sul patto di competitività presentato dai presidenti della Commissione Europea Barroso e del Consiglio Europeo Van Rompuy non è meno pericoloso del testo franco-tedesco, che voleva inserire nella Costituzione il taglio dei bilanci pubblici, nonostante da più parti lo si commenti come una smussatura di quest'ultimo.

Il testo contiene invece misure che peggioreranno la vita di milioni di lavoratori e cittadini europei, proprio mentre la crisi nordafricana fa aumentare il prezzo dei prodotti energetici ed espone al rischio dell'inflazione: riduzione dei servizi pubblici, contenimento dei salari nella zona Euro, indebolimento dei sistemi di contrattazione collettiva e dei contratti nazionali, precarizzazione del lavoro, intervento nei sistemi pensionistici.
Tutto questo, in base a quanto sostenuto dagli estensori del documento, servirebbe ad allineare i salari alla produttività.

I sindacati tedeschi hanno ricordato che solo il nazismo è intervenuto per abolire l'autonomia della contrattazione collettiva, elemento di democrazia economica che oggi è presente nella Costituzione della Repubblica Federale. Allo stesso modo l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro, non sul lavoro in rapporto alla produttività.

Non possono essere poche decine di persone a stravolgere le regole fondamentali e i valori di almeno 17 stati dell'Unione Europea. Ha quindi ragione il sindacato europeo dei servizi pubblici quando afferma che un così grande cambiamento dell'Unione deve essere sottoposto, attraverso un referendum, al vaglio di tutti i cittadini europei.

L'Europa pensa di risolvere la sua crisi economica colpendo i salari dei dipendenti pubblici?
Dove è finito l'intervento sulla speculazione finanziaria? Dov'è il taglio dei bonus dei manager delle banche ? Dov'è finita l'Europa Sociale?

Roma, 4 Marzo 2011

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