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martedì 16 agosto 2011

Manovra: ancora iniquita', macelleria sociale, demagogia-Nota di R. Dettori


Degli oltre dodici interventi economico-finanziari che il governo ha assunto dall'inizio della legislatura, quello di ieri e' il più iniquo, il più cattivo.

Con l'ultima sequela di tagli al sistema delle autonomie il welfare locale cessera' di esistere: ai cittadini non potranno più essere garantiti i servizi, dall'assistenza agli anziani e ai disabili alle scuole all'infanzia, dall'igiene ambientale ai servizi sociali, sara' impossibile per comuni e regioni continuare a garantire l'erogazione di prestazioni sociali cosi' importanti. E a pagare saranno ancora i cittadini, le lavoratrici e i lavoratori di quei servizi.

Affermare che la sanita' non e' stata colpita e' ipocrita, falso: l'anticipazione dei costi standard unita alle riduzioni del fondo sanitario nazionale e ai piani di rientro rendera' impossibile garantire i livelli essenziali di assistenza ai cittadini.
E tutto cio' a fronte di un aumento generalizzato delle tassazioni locali e dell'introduzione di odiosi ticket.

Ma la manovra, fra le oltre dodici, e' anche la più odiosa perche' interviene strumentalmente anche su temi non squisitamente economici, ma politici: l'erga omnes sulle deroghe aziendali ai contratti nazionali, ad esempio, non produrra' certo risparmi, utili, ma solo conflitti e divisioni tra i lavoratori e tra le parti sociali. Tutto cio' solo per indebolire i diritti del lavoro, la loro rappresentanza.

L'idea, infine, di legare la tredicesima mensilita' dei lavoratori pubblici al raggiungimento degli obiettivi dei dirigenti e' semplicemente pazzesca, irragionevole e lesiva degli articoli 3 e 36 della Costituzione, perchè fa pagare al lavoratore gli eventuali errori del proprio dirigente, ossia colui che è tenuto, anche per via gerarchica, ad assicurare il buon andamento dell'amministrazione.

Una serie scoordinata e ingiusta di interventi recessivi che nascondono, nemmeno bene, un odio di classe del Governo nei confronti dei cittadini meno abbienti, dei lavoratori dipendenti, dei pensionati.

E mentre si sequestra il trattamento di fine rapporto per i lavoratori pubblici si lasciano indisturbati i grandi evasori, le grandi rendite, i grandi patrimoni. Una scelta vergognosa.

La reazione della Cgil sara' generale: il paese, il lavoro pubblico, il sistema dei diritti di cittadinanza vanno difesi da quest'attacco senza precedenti.

Noi ci saremo.



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