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mercoledì 3 agosto 2011

Governo alla frutta, dimettiti


03/08/2011 | Sole 24 Ore | Economia
Sindacati, ultimatum all'Esecutivo


Ultimatum del sindacato al governo. Alla vigilia dell'incontro di Palazzo Chigi con le parti sociali i tre leader sindacali, nonostante le divisioni ancora esistenti su molti temi, si ricompattano nel sollecitare segnali concreti in tempi rapidi da parte dell'Esecutivo.

Per il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, il vertice di domani rappresenta un «ultimo appello, vanno trovate soluzioni per gli italiani, altrimenti toccherà al presidente della Repubblica intervenire per assicurare la governabilità».

Ieri una dura presa di posizione è arrivata dal numero uno della Uil, Luigi Angeletti: «Non crediamo alla politica, ma solo alle scelte che i governi effettivamente fanno – ha detto –. Se il governo non ha la forza di fare scelte allora si vada a votare, nulla è peggio dell'incertezza».

Il giorno precedente il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, si era spinta più in avanti e aveva spiegato che «questo Esecutivo è parte del problema», aggiungendo «se fossi nei panni di Berlusconi mi dimetterei» la migliore soluzione per uscire dall'impasse sarebbe ridare voce ai cittadini e alla politica».
Al tavolo con le 36 sigle Susanna Camusso presenterà la richiesta di «cambiare la manovra iniqua», con misure a sostegno della crescita sul versante delle politiche fiscali, del rilancio delle infrastrutture al Sud, finanziando questi interventi anche attraverso un'imposizione straordinaria sulle grandi ricchezze, sul modello di quanto fatto in Francia. Sono cinque le principali richieste di Raffaele Bonanni che sollecita poteri decisionali straordinari ai commissari per sbloccare le opere infrastrutturali ed energetiche, l'anticipo dell'abbattimento del carico fiscale a lavoratori e imprese che investono. Sul versante della lotta agli sprechi il leader della Cisl propone «una forte riduzione dei livelli amministrativi, che essendo troppi hanno effetti negativi su costi e sui tempi delle decisioni», insieme all'«obbligo di gestione di tutti i servizi comunali per aree vaste, superando l'attuale frammentazione che è antieconomica». Un immediato intervento di riduzione delle tasse per il lavoro dipendente, insieme all'abbattimento dei costi della politica e dei livelli amministrativi è una priorità anche per Luigi Angeletti: «Il problema principale è la crescita economica – ha aggiunto –. Far sì che il Paese produca più ricchezza è la priorità senza se e senza ma. Da noi le decisioni economiche vengono prese con grande ritardo e questo non è più compatibile con i mercati».

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