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lunedì 1 agosto 2011

2 agosto 1980 strage di Bologna


da www.repubblica.it
Non solo il governo in generale, ma proprio il premier Silvio Berlusconi «avrà quello che si merita dal palco, quando martedì farò il mio discorso in piazza». Paolo Bolognesi, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime, dopo lo scontro sulla mancanza, per il secondo anno di seguito, di un rappresentante di Palazzo Chigi alla cerimonia del 2 agosto, lima il suo intervento che sarà corrosivo come sempre.

Mentre oggi cominciano le celebrazioni con un fuori programma, l’inaugurazione nel parco di Villa Toschi del monumento in ricordo dei sette bimbi morti nella strage, Bolognesi spiega uno degli argomenti polemici che lo fa indignare: «Dire come ha fatto Berlusconi nel maggio scorso, proprio nel giorno della Memoria per le vittime del terrorismo, che sarebbero stati aperti documenti e armadi che riguardano le stragi e poi scoprire che dopo mesi nulla di ciò è avvenuto, è, mi si lasci dire, una presa in giro. Tanto più grave se consideriamo che qui si sta parlando alle vittime di stragi, di tutte le stragi e non solo di quella del 2 agosto ‘80».

La circostanza che nessun documento, nonostante una presa di contatto, sia arrivato a Bologna dalla Presidenza del Consiglio, è confermato dalla Procura di Bologna, dove il pm Enrico Cieri è ancora impegnato a chiudere l’inchiesta bis sulla strage, in particolare a cercare di capire se ha un senso la cosiddetta pista palestinese, alternativa a quella sanzionata da cinque corti: quella dei neofascisti e dei legami con massoneria e servizi segreti italiani.

Bolognesi, il 10 maggio scorso, plaudì alle dichiarazioni di Berlusconi: «Apprezziamo le sue promesse. Così ogni ostacolo sarà rimosso, verranno messi a disposizione documenti degli archivi di polizia e carabinieri e di vari ministeri e della Presidenza del Consiglio. Lo chiedevamo da anni». Berlusconi aveva sostenuto che era ora di dire «basta all’umiliazione delle vittime e dei loro parenti. Dichiaro oggi l’impegno del governo a contribuire ad aprire tutti gli armadi della vergogna perché nessuna strage rimanga più avvolta nel mistero».

IL CASO Sabotaggio in galleria, paura in Val di Sambro

Ma ci sono altre promesse non mantenute, secondo Bolognesi, dello stesso Berlusconi e del sottosegretario Gianni Letta. Si va nell’annoso contenzioso riguardanti pensioni e trattamenti di fine rapporto e altre questioni molto importanti per le vittime, tutte contenute nella legge 206, mai compiutamente finanziata e applicata. «Anche il ministro del Welfare Maurizio Sacconi un anno fa di questi tempi aveva affermato che la questione delle pensioni non esisteva, era tutto risolto».

In particolare si tratta di quattro persone che secondo la legge dovrebbero ottenere la possibilità di andare in pensione immediatamente con il livello dell’ultimo stipendio, siccome colpite da una invalidità dell’80 per cento. «La Provincia di Bolzano ha concesso la pensione ad uno dei quattro nostri associati, per gli altri tre invece la Presidenza del Consiglio ha fatto ricorso al Consiglio di Stato, ha avuto ragione nella sua interpretazione nonostante il governo Prodi ne avesse già data un’altra a nostro favore. E tutto questo per una cifra di 6000 euro al mese, è una vergogna. Ma evidentemente noi e altre associazioni come la nostra danno fastidio quando parlano di P 2 e altro e loro reagiscono così».

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da http://www.stragi.it
IL 2 AGOSTO 1980 ALLA STAZIONE DI BOLOGNA ESPLODE UNA BOMBA CHE CAUSA 85 MORTI 200 FERITI
L'avvio delle indagini trovò un incredibile iniziale ostacolo nel tentativo, protrattosi per 24 ore, di mettere in dubbio la natura dolosa dello scoppio, infatti vennero ipotizzate cause fortuite quali lo scoppio di una caldaia.
Si tentò, da un lato di evitare reazioni della piazza e dall'altra, come era successo per la strage di Piazza Fontana, di ritardare il rinvenimento di tracce utili.
L'intervento della Procura della Repubblica di Bologna fu tempestivo e l'approccio serio: gli investigatori misero subito a fuoco le protezione di cui il frastagliato mondo del terrorismo eversivo di destra aveva goduto e continuava a godere a Roma malgrado la città fosse stata sottoposta negli ultimi due anni ad una escalation di violenze e di attentati (di particolare significato l'attentato al C.S.M. e l'uccisione del Giudice Amato).
Già alla fine di agosto comincia ad essere abbozzata una ipotesi accusatoria indirizzata anche verso ideatori e depistatori, ma il passaggio dell'inchiesta dalla Procura all'Ufficio Istruzione segna una sorta di inversione di tendenza: l'indagine comincia ad essere spezzettata. Viene inviata a Roma per competenza l'indagine sull'associazione eversiva. Si fanno più pesanti i depistaggi.
Eppure la strage era stata preannunciata anche un mese prima (colloquio tra Rinani e Presilio), negli ambienti dei servizi se ne troveranno addirittura tracce scritte (rapporto Spiazzi) - colloquio tra Amos Spiazzi e Ciccio Mangiameli –omicidio Mangiameli. Il giudice Amato,nelle audizioni del 25 marzo e 13 giugno 1980, davanti al CSM, aveva segnalato la pericolosità dinamitarda dei gruppi eversivi di destra (audizioni del 25 marzo e 13 giugno 1980)

Depistaggi : al momento dei primi arresti avvenne un incontro tra Licio Gelli (Gran Maestro della loggia massonica P2) e Elio Cioppa (Alto dirigente del S.I.S.M.I.) 'State sbagliando tutto, la pista è quella internazionale':
In quel momento iniziano contrasti feroci all'interno del tribunale, in parte fomentati da pubblicazioni di stampa, che avvalorano tesi e avvenimenti fantasiosi tendenti a screditare i giudici che avevano svolto la prima parte dell'indagine, avvalorando poi un disegno massonico internazionale con l'obiettivo di portare i giudici su piste internazionali estremamente inverosimili e fantasiose. 'IL GRANDE LABIRINTO' giornalista PAMPARANA.
Tutto ciò causa grande sconcerto nell'opinione pubblica e nei familiari delle vittime.

L'1 Giugno 1981 si costituisce
L'"ASSOCIAZIONE TRA I FAMILIARI DELLE VITTIME DELLA STRAGE ALLA STAZIONE DI BOLOGNA DEL 2 AGOSTO 1980" con lo scopo statutario di : "OTTENERE CON TUTTE LE INIZIATIVE POSSIBILI LA GIUSTIZIA DOVUTA".
Al momento della costituzione vi sono 44 persone, poi si associano in 300.
Ogni 4 mesi l'Associazione va in tribunale ad incontrare i giudici, subito dopo convoca una conferenza stampa per far conoscere lo stato delle cose e la sua opinione.
Momenti di grande tensione che i familiari hanno sempre vissuto con grande dignità non lasciandosi portare in giro da falsi consiglieri.
Una delle cause, per cui i processi nelle altre stragi si sono chiusi con un nulla di fatto, è da ascriversi ai depistaggi che hanno avuto successo e ai collegi di difesa che si sono divisi affermando, molte volte, convinzioni di singoli avvocati. I depistaggi arrivarono a volte a provocare perfino la divisione all'interno dei collegi di difesa delle parti civili.
L'Associazione assume posizioni molto dure nei confronti di chiunque appaia sottovalutare la gravità della mancata risposta giudiziaria all'ansia dell'accertamento della verità.

Il 6 Aprile 1983 assieme alle Associazioni delle stragi di Piazza Fontana, Piazza della Loggia, dell'Italicus costituisce a Milano l'Unione dei Familiari delle Vittime per Stragi

All'inizio del 1984 inizia la raccolta di firme in calce alla proposta di legge di iniziativa popolare per : 'L'ABOLIZIONE DEL SEGRETO DI STATO NEI DELITTI DI STRAGE E TERRORISMO'. Consegnata all'On. Francesco Cossiga, allora Presidente del Senato, il 25 LUGLIO 1984, corredata da circa 100.000 firme, la legge deve ancora essere discussa dal nostro Parlamento. ( oggi 28.2.1997)

Il 19 Gennaio 1987 inizia il processo, i giudici svolgono un
meticoloso lavoro di analisi degli antefatti teorici partendo dal Convegno dell’Istituto Pollio, la sentenza viene emessa l'11 Luglio 1988
I condannati per depistaggio sono tutte persone iscritte a logge massoniche e Licio Gelli è, come si è detto, il Gran Maestro della loggia massonica P2. Il Generale Pietro Musumeci e il Colonnello Giuseppe Belmonte sono alti ufficiali del S.I.S.M.I. servizio segreto militare
Nell'estate del 1989 l'avvocato di parte civile Roberto Montorsi incontra Licio Gelli e passa dalla parte degli imputati tradendo la fiducia che gli era stata accordata.

Subito si scatena una campagna che cerca di squalificare tutto il lavoro dei magistrati, dell'Associazione e del Collegio di Parte Civile.
Vi fu una campagna di stampa martellante che per tutta l'estate fino all'apertura del processo d'appello ( ottobre 1989), prendendo le difese dell'avvocato, considerava l'inchiesta frutto di un teorema, e di un intrigo del partito comunista.
L'Associazione fu accusata di fare un'attività di spionaggio cercando di far passare come illecita la sua attività di informatizzazione degli atti del processo.
Questa fu la preparazione del processo d'Appello, il clima di tutto il procedimento risentì di quella situazione.

Il processo d'Appello iniziò nell'ottobre 1989 la sentenza fu emessa il 18 Luglio 1990. TUTTI ASSOLTI DALL'ACCUSA DI STRAGE.
Da segnalare: il Procuratore Generale aveva chiesto l'appesantimento delle pene.
La sentenza fu definita dall'Associazione una Provocazione.
Immediata presa di posizione dell'M.S.I. che chiese la cancellazione dalla lapide presso la stazione di Bologna della scritta 'Strage Fascista'
Il Presidente del Consiglio Andreotti si disse d'accordo ed il Presidente della Repubblica Francesco Cossiga chiese ufficialmente scusa all'M.S.I..

Il 2 Agosto 1990 il Senato approva una legge che porta lo stesso titolo di quella presentata dall'Unione 'Abolizione del segreto di stato nei delitti di Strage e terrorismo', ma nulla ha a che fare con quella, anzi peggiora quella esistente.

Il 12 Febbraio 1992 le Sezioni Unite Penali della Corte di Cassazione emette la sentenza.
IL PROCESSO D'APPELLO VA RIFATTO !
La Corte ha sentenziato che la sentenza d'Appello è:
- ILLOGICA
- PRIVA DI COERENZA
- NON HA VALUTATO IN TERMINI CORRETTI PROVE E INDIZI
- NON HA TENUTO CONTO DEI FATTI CHE PRECEDETTERO E SEGUIRONO L'EVENTO
- IMMOTIVATA O SCARSAMENTE MOTIVATA
- IN ALCUNE PARTI I GIUDICI HANNO SOSTENUTO TESI INVEROSIMILI CHE NEPPURE LA DIFESA AVEVA SOSTENUTO.

Inizio del 2° Processo d'Appello ottobre 1993, termine 16 Maggio 1994
CONFERMA DELL'IMPIANTO ACCUSATORIO DEL PROCESSO DI 1° GRADO.

Il 12 giugno 1994 appare un'intervista della Mambro e Fioravanti sul Corriere della Sera; l'argomento era : 'NOI ALL'ERGASTOLO LORO AL GOVERNO' si prendevano in considerazione le esperienze passate di alcuni esponenti di Alleanza Nazionale( Gasparri, Storace, Bontempo, Fini), rilevando il passato comune, la militanza comune, l'offerta di cariche elevate all'interno dell'M.S.I. in favore della Mambro.
Circa un mese dopo viene fondato a Roma nella Sede dell'ARCI il comitato in difesa della Mambro e Fioravanti 'E se fossero innocenti'. Questo comitato a cui aderiscono intellettuali di tutte le estrazioni propone tesi che nulla hanno a che fare con la realtà processuale. Il materiale che in tribunale aveva fatto figure penose perché non supportato da nulla viene ora riproposto all'opinione pubblica per confonderla.
Risposta immediata da parte dell'Associazione, viene stampato un libretto intitolato 'Contributo alla Verità' in cui vengono riportate le tesi del comitato confutate sulla base degli atti processuali e non con valutazioni sentimentali o ipotetiche.
La campagna di disinformazione di questo comitato dilaga su tutti i giornali, le televisioni di stato gli concedono ampi spazi, le televisioni FININVEST dedicano almeno 3 trasmissioni di 2 ore altre televisioni ne ospitano costantemente alcuni esponenti di spicco.
Cercano di far accreditare nell'opinione pubblica la tesi dei due capri espiatori.

Il 2 agosto 1995 il Senato approva di nuovo una legge che ha lo stesso titolo di quella proposta dai familiari delle vittime : ABOLIZIONE DEL SEGRETO DI STATO NEI DELITTI DI STRAGE E TERRORISMO, ma il contenuto prevede ancora la possibilità di porre il segreto di stato per quei reati.

Fine 1994: Viene nominato presidente della "Commissione parlamentare d'inchiesta sul terrorismo in Italia e sulle cause della mancata individuazione dei responsabili delle stragi" il senatore Giovanni Pellegrino.

Alla fine del 1995 il senatore redige una pre-relazione stampata nel volume "Luci sulle stragi": l'Assocciazione ne disapprova il contenuto.

Prima dell'inizio del processo in Cassazione gli imputati mettono in atto un ennesimo depistaggio. Richiesta di archiviazione del Giudice Giovagnoli su caso Sparti De Giglio

Il 22 Novembre inizia il processo in Cassazione, la sentenza viene emessa il 23 Novembre 1995.
VIENE CONFERMATA NELLA SOSTANZA LA SENTENZA DEL 2° PROCESSO D'APPELLO.

Nel 1996 il senatore Pellegrino viene rieletto alla commissione e l'Associazione dirama un comunicato.

Il 18 giugno 1996 la Corte d'Appello di Firenze assolve Picciafuoco; il Procuratore Generale ricorre in Cassazione.
La Cassazione assolve in via definitiva Picciafuoco

2000: Esce il volume Giovanni Fasanella e Claudio Sestieri con Giovanni Pellegrino, "Segreto di Stato. La verità da Gladio al caso Moro", Einaudi, 2000. (considerazioni di Gianni Flamini)


Vicenda Ciavardini:



Il 30 gennaio 2000 il Tribunale per i Minorenni di Bologna emette la sentenza in cui condanna il terrorista Luigi Ciavardini per la banda armata finalizzata alla strage.

Il 9 marzo 2002 la Corte d'Appello di Bologna condanna il terrorista Luigi Ciavardini per la banda armata finalizzata alla strage di Bologna e per la partecipazione all'esecuzione della strage.

Il 17 dicembre 2003 la suprema Corte di Cassazione condanna in via definitiva il terrorista Luigi Ciavardini per la banda armata finalizzata alla strage di Bologna, pone 5 domande ai giudici di merito per definire la sua partecipazione all'esecuzione della strage.

Il 13 dicembre 2004 la Corte d'Appello del Tribunale di Bologna condanna il terrorista Luigi Ciavardini per l'esecuzione della strage

11 aprile 2007 sentenza definitiva di Cassazione

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