RADIO ARTICOLO1

RADIO ARTICOLO1
WEB RADIO

mercoledì 25 settembre 2013

Cgil, Cisl e Uil alle Commissioni e ai Gruppi parlamentari su precari P.A.

L'iter di conversione in legge del dl 101/2013 ("Disposizioni urgenti per il perseguimento di obiettivi di razionalizzazione nelle pubbliche amministrazioni") sta alimentando in questi giorni un intenso dibattito tra forse politiche, parti sociali e opinione pubblica. Un dibattito che se, da un lato, rientra nella normale dialettica politica, dall'altro mostra elementi di grande preoccupazione vista la connotazione fortemente ideologica che sta caratterizzando le argomentazioni in campo e vista soprattutto la sottovalutazione che ne emerge sotto il profilo dell'interesse collettivo.




Da troppe parti, infatti, si sta tentando di far passare quelle che riteniamo norme minime di responsabilità rispetto ad una questione che tutti affermano di voler risolvere - il precariato nella Pubblica amministrazione - per una "sanatoria" lesiva addirittura dei diritti costituzionali. La realtà dei fatti è tutt'altra. Il decreto 101/2013 non contiene affatto strumenti di stabilizzazione diretta, quanto piuttosto misure, peraltro insufficienti, per iniziare a tracciare un percorso "alto" di inserimento delle professionalità necessarie ad assicurare la qualità e il miglioramento dei servizi pubblici.



Il blocco del turn-over e i rigidi vincoli finanziari imposti alle amministrazioni pubbliche hanno infatti impedito negli ultimi decenni il rinnovamento delle competenze che servono a garantire tenuta sociale e opportunità di crescita ad un paese fortemente colpito dalla crisi economica. Il proliferare dei contratti atipici nel settore pubblico ha rappresentato in larga parte una risposta a questa esigenza. Il punto è però che in questi anni ci si è ben guardati dal cercare una soluzione organica e complessiva al tema della flessibilità del lavoro pubblico e, più in generale, alla riorganizzazione dell'intero sistema pubblico.



Oggi per la prima volta assistiamo invece al tentativo di invertire la rotta rispetto a soluzioni estemporanee e sempre parziali. Il decreto 101 rappresenta almeno un primo timido passo. Per questo riteniamo che interrompere questo percorso sul nascere costituirebbe un danno sia per i tanti lavoratori giovani e motivati che chiedono giustamente certezze sul loro futuro, sia per amministrazioni pubbliche che devono poter contare su profili professionali e competenze altamente qualificate.



Su queste basi, e allo scopo di chiarire nel dettaglio la posizione di Cgil Cisl e Uil sulle principali norme del decreto, Le inviamo una scheda analitica con le nostre osservazioni.



Roma, 23 settembre 2013



Nessun commento: