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«Non toccare l'art. 18. Vincoli anti-precarietà»
ROMA - Le nuove norme sui licenziamenti incassano il sostegno dei sindacati che, però, considerano un «arretramento» le misure sulla flessibilità in entrata, sollecitando un'estensione della platea di lavoratori tutelati dal nuovo sistema di ammortizzatori sociali.
Sono questi, in estrema sintesi, i giudizi espressi dai leader di Cgil, Cisl e Uil nell'audizione di ieri sera alla Undicesima commissione del Senato sul Ddl di riforma del mercato del lavoro. Per Susanna Camusso è «straordinariamente grave» che tra il testo licenziato dal Consiglio dei ministri e quello concordato con le parti sociali «ci siano molte differenze», in particolare «c'è stato un significativo arretramento sui temi della precarietà e delle forme di ingresso», mentre sugli ammortizzatori sociali «siamo molto lontani da un vero criterio di universalità». La numero uno della Cgil ha chiesto al Parlamento di intervenire su «precarietà e ammortizzatori», per creare un sistema di tutele inclusivo per i lavoratori discontinui. Sui licenziamenti la «riconquista del reintegro per i licenziamenti economici insussistenti» è «un primo risultato» che per la Cgil deve scattare in automatico e non in base alla decisione del giudice. Come forma di pressione la Cgil ha in programma un pacchetto di 16 ore di sciopero decise a livello territoriale: il 18 toccherà a Milano con 4 ore nel privato e 8 ore nel pubblico.
Mentre Raffaele Bonanni giudica il testo presentato in Parlamento «un risultato equilibrato», l'auspicio del leader della Cisl è che «non venga stravolto, che non si faccia il gioco dell'oca per tornare punto a capo». Per Bonanni sono «positive e condivisibili» le finalità della riforma, «frutto in larga parte di trattativa con le parti sociali». Bene la conciliazione obbligatoria tra le parti per risolvere le controversie, anche se al Parlamento la Cisl propone di introdurre una procedura di arbitrato, fatta salva la possibilità per il lavoratore di adire in giudizio. La Cisl propone anche due vincoli affinché l'incremento contributivo per i collaboratori non produca una riduzione del compenso e affinché ai voucher per il lavoro accessorio venga attribuito un valore orario e un coerente agganciamento alla contrattazione.
Per Luigi Angeletti le ultime modifiche apportate dal governo al Ddl «spostano un difficile equilibrio faticosamente raggiunto»; il riferimento è alle formulazioni adottate per l'associazione in partecipazione ‐ per la Uil va ripristinato il limite per le sole parentele di primo grado ‐ e per il lavoro accessorio. Sull'articolo 18 per Angeletti «non si può iniziare una nuova discussione nella speranza di trovare un equilibrio migliore di quello trovato». Sui contratti a termine l'esenzione dell'incremento dell'1,4% per la Uil va esteso al lavoro stagionale, anche come definito dalla contrattazione. In controtendenza, Giovanni Centrella (Ugl) boccia la riforma e chiede al Parlamento di «rivedere la formulazione sui licenziamenti», considerando il testo «in alcuni aspetti confuso, quindi di difficile interpretazione», il che sarà «un problema in più per i lavoratori quando dovranno difendersi in sede di giudizio».
Giorgio Pogliotti
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