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Le famiglie italiane tirano la cinghia. La crisi le rende prudenti. Il lavoro che non c´è le preoccupa. In definitiva, si sentono più povere, più vulnerabili. Così, per forza di cose, nel linguaggio freddo degli economisti, "la dinamica dei redditi frena i consumi". Gli esperti della Banca d´Italia, nel loro "Bollettino", notano anche che «i comportamenti di spesa restano improntati alla prudenza; sono frenati dalla dinamica del reddito disponibile e dalle condizioni del mercato del lavoro». Al dunque, la recessione, con tutti i suoi annessi e connessi, assottiglia il reddito disponibile. «A partire dal 2008 la capacità di spesa delle famiglie è scesa complessivamente di quasi il 5%», calcolano gli esperti del governatore Ignazio Visco, atteso a Washington oggi per partecipare ai lavori del Fmi e a quelli del G8 e del G20. L´anno passato ha inciso «l´ulteriore riduzione del reddito disponibile reale che, risentendo dell´accelerazione dei prezzi al consumo, è diminuito dello 0,5%».
Con la mancanza di soldi (e di certezze) si assottiglia anche la tradizionale tendenza a fare "le formiche", a mettere da parte tutto il possibile. «Prosegue la tendenza al calo del risparmio, sceso di 0,7 punti nel 2011 al 12%", calcolano gli esperti di Palazzo Koch». Il debito delle famiglie in rapporto al reddito disponibile è invece rimasto stabile, intorno al 68%: un livello inferiore a quello medio dell´area euro (100%).
Nel documento della Banca d´Italia si legge che la debolezza dei consumi si è protratta anche all´inizio di quest´anno, soprattutto nella componente dei beni durevoli, a cominciare dalle auto. Anche se - ecco una novità - il pessimismo delle famiglie sulla situazione economica generale si è un po´ attenuato. Nel complesso il clima di fiducia registrato dai sensori della Banca d´Italia sta mostrando un "graduale miglioramento", dopo aver toccato lo scorso dicembre il minimo dalla recessione dei primi anni Novanta. E difatti, nella loro analisi, senz´altro meno pessimista di quella del Fmi, nei primi mesi di quest´anno sembra profilarsi «una attenuazione del peggioramento delle condizioni economiche», anche se le valutazioni «restano circondate da un elevato grado di incertezza». Secondo via Nazionale le misure di semplificazione amministrativa e le liberalizzazioni approvate recentemente «possono stimolare la crescita».
Il Bollettino Economico della Banca d´Italia parte come sempre dall´analisi dell´andamento della congiuntura internazionale per poi concentrarsi su quanto accade in Italia. Tra le principali spine nel fianco del paese spicca sempre la disoccupazione, tornata a salire, e in crescita anche nei primi mesi del 2012. Alla fine dello scorso anno il tasso dei senza lavoro è arrivato al 9,6% dall´8,7% di 12 mesi prima. A soffrire particolarmente per l´ulteriore peggioramento delle prospettive lavorative sono i più giovani. Tra loro il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 17,8%.
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