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Una brusca accelerata, ma ancora con l'incognita risorse. Dopo più di un mese di vera e propria melina, Elsa Fornero dà un vero aut aut alle parti sociali sui tempi (“entro il 23 marzo dobbiamo chiudere per gli impegni di Monti in Asia”) e sul merito, svelando finalmente le sue carte sui nuovi ammortizzatori sociali e anticipandone l'applicazione (partenza già nel 2013, a regime nel 2015 e non nel 2017).
DUEMILIARDI Il tutto però ammettendo candidamente che i due miliardi promessi non ci sono ancora: «Non sono in grado di dirvi dove saranno trovate le risorse, il governo (il viceministro Grilli, ndr) è impegnato a ricercarle».E a poco vale anche la rassicurazione seguente: «Sicuramente le risorse non saranno sottratte ai capitoli che riguardano il welfare». Il coniglio fatto uscire dal cappello a cilindro dalla ministra del Welfare ha un nome accattivante: Assicurazione sociale per l'impiego. Per Fornero la già ribattezzata Aspi «sarà la base per la riforma degli ammortizzatori, sarà una forma di tutela e di sostegno al reimpiego del lavoratore». Andrà a sostituire tutte le form eattuali di assistenza ai lavoratori che esulano la cassa integrazione: mobilità, incentivi alla mobilità, indennità di disoccupazione, contributo per i cocopro. Si applicherà a tutti i lavoratori dipendenti (privati e pubblici) con contratto non a tempo indeterminato. Avrà durata di 12 mesi, allungati a 15 per gli over 55enni. Per Pierluigi Bersani «servono ammortizzatori sociali più universalistici »,ma la rete dei giovani Cgil «Non più disposti a tutto» boccia i requisiti per poter usufruire dell'Aspi: «Due anni di anzianità assicurativa e almeno 52 settimane di lavoro nell'ultimo biennio? Alla faccia dell'inclusione! ».
L’ASSEGNO Anche sull'entità dell'assegno è difficile dare giudizi. Fornero ha parlato di un massimo di 1.118 euro con un abbattimento del 15 per cento per i primi sei mesi e di un ulteriore 15%dopo altri sei mesi. Fornero ha invece confermato la Cassa integrazione straordinaria, ma eliminando la causale per «cessazione attività », oggi utilizzata da migliaia e migliaia di lavoratori per aziende che stanno chiudendo senza che esistano possibilità di re-industrializzazione. Sul capitolo contratti in ingresso, Fornero ha confermato l'intenzione di ridurre il numero delle 46 tipologie contrattuali, aumentando il costo dei contratti a termine e combattendo l'uso distorto delle partite Iva per lavoratori limpidamente subordinati. Ma ha fatto marcia indietro sulla cancellazione di molte forme, prima fra tutte il contratto in compartecipazione. Cisl e Uil hanno ribadito che non sono disposte a firmare un accordo che escluda la Cgil, ma le differenze di posizione ieri sono emerse. Ad eccezione della critica, comune a Confindustria, alla sparizione della mobilità e all'accelerazione eccessiva della transizione, gli accenti sono stati diversi. Per Emma Marcegaglia «il giudizio è positivo, ma sugli ammortizzatori la riduzione del periodo di transizione pone un problema e noi abbiamo chiesto che torni indietro». Per Susannna Camusso c'è stato «un passo indietro perché con questo schema ci sarà una riduzione delle coperture dal punto di vista della durata. In più l'obiettivo dell'universalità non è perseguito: non ci sarà nessun lavoratore in più, partite Iva e collaborativi in primis, chi è scoperto oggi lo sarà anche domani. Non vorremmo essere perfidi ma temiamo che si stiano solamente rimodulando le coperture attuali. Bisogna poi che la transizione tenga conto della crisi». Sulla stessa posizione Giovanni Centrella (Ugl): «Pronti allo sforzo, manon si possono ridurre tutele lavoratori in crisi, in molte cose siamo arretrati».
PREOCCUPAZIONE CISL Raffaele Bonanni giudica «interessante la forma di ingresso al mondo del lavoro basato sull'apprendistato, siamo invece preoccupati per la sparizione della mobilità che in periodi di crisi rischia di produrre una vera ecatombe sociale». Per il leader Uil Luigi Angeletti «la maggiore velocità del periodo di transizione questo produce problemi di costi, ma la possibilità di chiudere l'accordo entro la prossima settimana c'è». L'accelerazione imposta dalla ministra Fornero produrrà una settimana fitta di incontri bilaterali per arrivare al nuovo appuntamento fissato probabilmente per lunedì a palazzo Chigi, alla presenza del premier Mario Monti. Per quella data Fornero avrà già incontrato singolarmente tutti i leader politici e sindacali a partire da oggi. L'argomento è quello più difficile: la flessibilità in uscita, articolo 18 compreso. ❖
Massimo Franchi
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