
"Ci è parso che il Ministro fosse d'accordo nell'aprire una stagione diversa da quelle passate: una fase nella quale anteporre all'esigenza di "fare cassa" quella di riorganizzare i servizi pubblici, di ridefinire le responsabilità, di razionalizzare la spesa, garantendo certezza nell'erogazione delle prestazioni ai cittadini; solo conseguentemente a ciò sarebbe utile ed intelligente ridefinire i fabbisogni di personale. Trincerarsi dietro i numeri non fa bene a nessuno: come si possono spiegare, ad esempio, quei 7.000 esuberi di personale a fronte di circa 150.000 precari dei quali, almeno nelle dichiarazioni pubbliche, anche il Ministro afferma la necessità?"
"Non si può dare per assodato nulla, quindi, a maggior ragione nulla di ciò che ha caratterizzato negativamente l'attività legislativa sul lavoro pubblico negli ultimi anni e sul quale la Cgil ha sempre dichiarato la sua netta contrarietà". Prosegue la segretaria generale.
"Forse sarebbe il caso davvero", conclude la Dettori, " di aprire immediatamente quel confronto che, pur richiamato quotidianamente, tarda a partire".
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