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giovedì 11 agosto 2011

Crisi finanziaria - Incontro con il Governo: deludente


Secondo round per Governo e Parti Sociali. Dopo l'incontro della scorsa settimana in cui sindacati, imprese e Governo hanno dato il via al confronto sulle misure per la crescita del Paese, e dopo la notizia della lettera inviata dalla BCE che solleciterebbe l'Italia ad adottare provvedimenti che anticipino il pareggio di bilancio al 2013, oggi a Palazzo Chigi si è svolto il secondo vertice tra parti sociali e Governo sulle misure anti-crisi.

Un incontro “non all'altezza dei problemi che abbiamo e della trasparenza che sarebbe necessaria”. Così il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso commenta l'esito del confronto, aggiungendo “ci aspettavamo che il governo ci dicesse cosa intende fare. La volta scorsa - ha ricordato la leader della CGIL - ci avete consegnato il libretto delle cose fatte, questa volta ci aspettavamo la lettera della BCE per sapere in che campo giochiamo”. Dunque, Camusso ha avvertito “se la manovra colpirà i 'soliti noti' e lo schema, così come lo leggiamo dai giornali, verrà confermato nel decreto, ci mobiliteremo per cambiarla, senza escludere lo sciopero generale”, riguardo ai tempi e ai modi “li deciderà l'organizzazione” ha detto il Segretario Generale della CGIL.

Pensioni, assistenza, sanità, ma anche redditi da lavoro dipendente sono, infatti, alcuni degli ambiti dai quali il Governo, in questi giorni, ha dimostrato di voler attingere per recuperare le risorse necessarie ad affrontare la grave crisi economica, e contestate fortemente dalla CGIL che, proprio ieri, ha presentato delle controproposte "radicalmente diverse dal carattere iniquo delle misure allo studio del governo" e che, come scritto nel documento, danno un taglio alla correzione di bilancio “più equo che guarda alla crescita e all'occupazione”.

Per Susanna Camusso, presente a Palazzo Chigi, per trovare le risorse che l'anticipo della manovra richiesto dalla BCE impone al Paese, è necessaria “più equità per poter garantire la coesione sociale del paese”. Dunque, la leader della CGIL nel ribadire il fermo “no” a interventi che guardino alle pensioni, ai redditi del lavoro dipendente, alla sanità e all'assistenza, ha sottolineato come al contrario “bisogna chiedere di più a chi non ha dato, intervenendo con una tassazione significativa sui grandi patrimoni, sull'evasione fiscale, e sui costi della politica. Per quanto riguarda il mercato del lavoro - ha concluso Camusso - ribadiamo che il tema sta nella disponibilità delle parti”.
da www.repubblica.it
ROMA - A Palazzo Chigi, vertice di un'ora e mezza tra governo e parti sociali sulle misure da adottare per anticipare il pareggio di bilancio. Presenti all'incontro il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, il sottosegretario alla Presidenza Gianni Letta e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Insieme a quasi tutti i componenti dell'esecutivo, tra cui il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi, quello dello Sviluppo economico Paolo Romani, il ministro della Sempificazione Roberto Calderoli. Per i sindacati c'erano i leader di Cgil, Cisl, UIl e Ugl. Folta anche la rappresentanza delle imprese, a partire dal leader di Confindustria Emma Marcegaglia.

Premier: "Cdm il 18". "Sono intervenuti fatti, dopo l'incontro di giovedì scorso, che costringono a riflettere insieme - ha detto Berlusconi aprendo la riunione - I temi dell'agenda restano validi, anzi sulla modifica costituzionale dell'art. 41 e 81 ci stiamo già muovendo" (per introdurre il pareggio di bilancio nella Carta, ndr). E tra le mosse immediate, la convocazione di un Consiglio dei ministri il 18 agosto per varare un decreto legge con misure anti crisi. Secondo il premier, è possibile anche anticipare la data. E in serata a Palazzo Grazioli si è svolto un incontro tra il presidente del Consiglio, il leader della Lega Umberto Bossi, Tremonti e i vertici del Pdl.

"Pareggio di bilancio nel 2013". Il presidente del Consiglio ha ribadito alle parti sociali le intenzioni del governo sul pareggio di bilancio. Ovvero anticiparlo al 2013, con impegno a riformare la Costituzione per inserire l'equilibrio dei conti nella Carta. "Abbiamo assunto impegni gravosi: l'anticipo al 2013 del pareggio di bilancio", ha affermato. "Abbiamo constatato che c'era attesa per un provvedimento del governo. Io e il ministro Tremonti - ha aggiunto - ci siamo impegnati a convocare un probabile consiglio dei ministri entro il 18 agosto e forse ad anticipare quella data".

Il ministro Tremonti ha specificato qualche cifra: "Il rapporto deficit-Pil, al 3,8% quest'anno, dovrebbe scendere tra l'1,5% e l'1,7% il prossimo per arrivare al pareggio nel 2013". Quindi ha chiarito che "la manovra economica va ristrutturata".

Letta: "Tutto precipita". E per raggiungere il risultato, ha detto Gianni Letta, "il governo valuta ogni possibilità", alla luce della "necessità di fare presto, tra i crolli di Borsa 1 e l'aumento dello spread. In questi ultimi cinque giorni tutto è precipitato". E ancora: "Nei prossimi giorni partiranno tavoli tematici. Il primo sul mercato del lavoro sarà presieduto da Sacconi e Brunetta. Il secondo sulle infrastrutture da Matteoli e Romani. E un altro tavolo riguarderà le privatizzazioni e i servizi pubblici".

Camusso: "Incontro non all'altezza". La leader della Cgil Susanna Camusso ha ribadito la posizione del più grande sindacato italiano: "No ad interventi che guardino alle pensioni, ai redditi da lavoro dipendente, alla sanità e all'assistenza. Bisogna chiedere di più a chi non ha dato intervenendo con una tassazione significativa sui grandi patrimoni, sull'evasione fiscale e sui costi della politica". E al termine dell'incontro, Camusso ha parlato di vertice "non all'altezza dei problemi che abbiamo e della trasparenza che sarebbe necessaria". "Ci aspettavamo - ha osservato - che il governo ci dicesse cosa intende fare. La volta scorsa ci avete consegnato il libretto delle cose fatte, questa volta ci aspettavamo la lettera della Bce, per sapere in che campo giochiamo. E se lo schema della manovra verrà confermato nel decreto, proseguiremo la mobilitazione per cambiarla, senza escludere lo sciopero generale".

Un'ipotesi che il segretario generale della Cisl Raffaele Bonanni scarta ("Non serve a calmare i mercati") sottolineando che in ogni caso "bisogna fare presto" e indicando come prioritarie "una riforma fiscale fatta di giustizia e di economia, liberalizzazioni a cominciare dai servizi pubblici locali per avere buoni servizi e buoni prezzi". Luigi Angeletti, leader della Uil, ha fatto presente che "in questi periodi si possono fare cose che in periodi normali non sono mai state fatte" e ha sollecitato il governo a "sciogliere alcuni nodi dando un segno chiaro sui tagli dei costi della politica".

Marcegaglia: "Il governo non ha dato risposte". Durante la riunione il presidente di Confindustria ha riaffermato che "sul tema del lavoro qualsiasi cosa si decide di fare deve restare nella disponibilità delle parti sociali che hanno dimostrato di aver fatto passi importanti e sono pronte a farne altri". E a incontro concluso, parlando a nome di tutte le parti sociali: "Tutti noi abbiamo sottolineato la necessità dell'urgenza perché il Paese ha bisogno di risposte, ma il governo non ci ha anticipato nel dettaglio i contenuti del decreto che il governo varerà entro il 18 agosto" (video 2). Marcegaglia ha inoltre sottolineato che "sui principi siamo tutti d'accordo: la manovra deve avere rigore ed equità". Secondo il numero uno degli industriali, bisogna "tagliare i costi della politica, combattere l'evasione fiscale e accompagnare il rigore con provvedimenti a sostegno della crescita".

Bersani: "Incontro totalmente deludente". Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha parlato di incontro "totalmente deludente". "Spero - ha affermato che domani non vada come oggi, perché allora la situazione diventa veramente seria. Noi siamo pronti con le nostre proposte, ne diremo alcune domani, ma davvero ci aspettiamo che Tremonti dica precisamente a carico di chi intende trovare 20 miliardi già dall'anno prossimo".

Per il presidente dei senatori dell'Idv Felice Belisario, "il governo si dimostra totalmente incapace di gestire l'emergenza". E ai commenti sulla riunione di Palazzo Chigi si sono aggiunti quelli sul Tg1, che nell'edizione delle 20 ha modificato le parole di Gianni Letta "Tutto crolla" in "Tutto cambia". "Minzolini stavolta si è superato è riuscito a censurare anche il braccio destro di Berlusconi", ha chiosato Leoluca Orlando dell'Italia dei Valori.

Reguzzoni: "Patrimoniale esclusa". Il capogruppo della Lega Nord alla Camera Marco Reguzzoni non partecipava al vertice, ma ha riassunto la posizione del suo partito sulle misure anti-crisi: "Escludo qualsiasi tipo di patrimoniale. Ridurre il deficit è giusto e doveroso" per non lasciare il debito in eredità "alle nuove generazioni", ma "a pagare non devono essere i pensionati", né "le realtà produttive del paese".

da www.corriere.it
ROMA - «Tutto è possibile» dice Gianni Letta. E tra le cose possibili per sistemare i conti pubblici, nonostante le smentite di circostanza, c'è anche l'imposta patrimoniale. Nei contatti informali avuti anche ieri, ai sindacati e alle imprese il governo l'ha presentata un po' come l'ultima spiaggia. Non è un'opzione facile da far digerire alla maggioranza e allo stesso Silvio Berlusconi. Non incontra consensi, ma potrebbe rendersi necessaria per ottenere la quadratura dei conti, con l'anticipo del pareggio di bilancio al 2013. Chiesta a gran voce dai sindacati, per il momento la patrimoniale resta sul tappeto. Sarebbe una forma di prelievo straordinario che colpirebbe la ricchezza mobiliare e gli immobili, facendo salve le prime case. Un modo per controbilanciare i sacrifici che verranno chiesti nello stesso tempo alle classi più deboli, con un nuovo intervento sulle pensioni e la riforma dell'assistenza sociale. Quest'ultima, prevista per delega nel 2013 e 2014, dovrà essere anticipata di almeno un anno e mezzo, ma difficilmente riuscirà a portare in cassa i 20 miliardi stimati.

Per ottenere il pareggio di bilancio nel 2013, bisognerà intervenire anche su altri fronti. Le pensioni, innanzitutto. Ma anche qui ci sono resistenze e pressioni perché l'inasprimento sulle pensioni di anzianità venga diluito nel tempo, riducendo di conseguenza i possibili risparmi. Nelle intenzioni dell'esecutivo c'è anche un piano di dismissioni e privatizzazioni, a cominciare dai servizi pubblici locali. Ma anche questa carta è difficile da giocare in un periodo in cui è difficile trovare compratori sul mercato. Tra le opzioni c'è anche l'anticipo del federalismo fiscale, con più autonomia agli enti locali, ma meno soldi dallo Stato, e una stretta sulla sanità. Ma la coperta resta corta, per azzerare il fabbisogno netto servono 7 miliardi entro l'anno, da 20 a 23 nel 2012 e 20 nel 2013. E gira, gira, il discorso torna a cadere sull'imposta patrimoniale, che resta ben nascosta in un cassetto. Almeno fino a venerdì, quando le Borse lasceranno alla politica due o tre giorni di respiro.

da www.lastampa.it
ROMA
Il governo non svela le misure su cui sta lavorando, pur confermando urgenza e obiettivi di un intervento per far fronte alla crisi. Al tavolo con le parti sociali non sono stati indicati contenuti, ma arriva l’annuncio di un Consiglio dei ministri straordinario il 16 o il 18 agosto per un decreto legge con le misure che serviranno a ridurre il rapporto deficit-Pil dal 3,8% quest’anno ad un valore tra tra l’1,5% e l’1,7% il prossimo, e quindi arrivare al pareggio di bilancio nel 2013 in anticipo di un anno.

Si va quindi verso una manovra bis, ma le parti sociali sono deluse. Con la leader della Cgil, Susanna Camusso, che parla di «incontro non all’altezza dei problemi da affrontare e della trasparenza che sarebbe necessaria», e non esclude lo sciopero generale se verrà confermato «lo schema della manovra», bollata come «iniqua». Nessuna dichiarazione ufficiale arriva dal governo dopo l’incontro. Ma trapela che alle parti il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ha indicato la necessità di ristrutturare la manovra. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha confermato «tutti gli impegni presi: faremo tutto presto e bene e in maniera inequivoca». Mentre il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, ha indicato che il Governo sta valutando «tutte le possibilità e tutte le ipotesi», con la consapevolezza «che servono scelte rapide e coerenti», perchè «in questi cinque giorni tutto è cambiato, tutto è precipitato».

Dall’esecutivo anche un metodo di lavoro per poi portare avanti il confronto con le parti sociali, che saranno invitate a partecipare a tavoli tematici su sviluppo e infrastrutture (con i ministri Paolo Romani e Altero Matteoli«, sul mercato del lavoro nel privato e nel settore pubblico (con i ministri Maurizio Sacconi e Renato Brunetta), e su liberalizzazioni, privatizzazioni, e servizi pubblici. Imprese e sindacati erano arrivati a Palazzo Chigi con la certezza di poter avere indicazioni nel merito delle misure all’esame. Al termine il clima è di evidente delusione, in parte compensata dalla conferma che il governo ha comunque intenzione di agire subito, già all’inizio della prossima settimana, appena dopo Ferragosto. Come chiedevano. È cauta Emma Marcegaglia, la leader degli industriali, che parla a nome di tutti, imprese e sindacati. «Tutti noi abbiamo sottolineato la necessità dell’urgenza vista la situazione dei mercati finanziari, perch‚ il Paese ha bisogno che si faccia presto e bene. Abbiamo tutti condiviso che questa manovra deve essere di rigore ed equità». Delusi dalla mancanza di indicazioni concrete? «Chiedete al Governo», dice la presidente di Confindustria. Che comunque indica che una risposta sulla necessità di agire d'urgenza c’è stata. «Il 16 o il 18 agosto sono domani».

Nel confronto con il governo le parti sociali (che prima di recarsi a Palazzo Chigi hanno avuto un incontro tra loro) difendono un fronte «unito e compatto», sia pur con posizioni diverse sui singoli temi (dalle pensioni, alle privatizzazione, alle patrimoniali) che metteranno alla prova la solidità dell’alleanza quando sul tavolo ci saranno misure definite. Su un punto si sono rivolte al Governo con una sola voce e senza riserve, il no a ingerenze per legge sul terreno del confronto tra attori sociali: la riforma del mercato del lavoro, «deve essere di totale, unica e esclusiva competenza delle parti» che hanno deciso di incontrarsi «presto» per chiudere il confronto in tempi stretti.

da www.unità.it
La manovra sarà ristrutturata. Questa l'unica certezza emersa dall'incontro con le parti sociali a palazzo Chigi. Ma sul come farlo il governo non ha fatto chiarezza, rinviando tutto al Consiglio dei ministri che si terrà tra il 16 e il 18 agosto per approvare un decreto d'urgenza con cui arginare la tempesta dei mercati.

Chi, dunque, si aspettava nero su bianco almeno delle ipotesi di intervento è rimasto deluso. A dirlo esplicitamente è stata la Cgil che non ha escluso di arrivare a uno sciopero generale se la manovra si rivelasse iniqua e fossero confermate le indiscrezioni di questi giorni soprattutto sulle pensioni. Ma il malcontento seppure celato è trapelato anche tra gli altri intervenuti al tavolo che si aspettavano qualcosa in più.

La stessa presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha detto che il governo non è entrato nel merito delle misure che si appresta ad approvare, ma ha invitato l'esecutivo a fare presto e a dare risposte al paese. Ora spetterà al governo trovare la quadra come ha sottolineato lo stesso ministro del Welfare, Maurizio Sacconi: «A questo punto è il governo a dover decidere nel nome delle sue primarie responsabilità».

Un compito non facile anche per gli equilibri interni alla stessa maggioranza. In serata, infatti, è stato convocato un vertice del Pdl, con Berlusconi, al quale hanno partecipato sia Umberto Bossi che Giulio Tremonti.

La Lega intanto ha posto il suo veto: no a un taglio delle pensioni nè all'imposizione di una patrimoniale. L'obiettivo difficile del ministro dell'Economia, come lui stesso ha spiegato alle parti, è di far scendere il deficit dal 3,8% di quest'anno all'1,5-1,7% il prossimo anno per arrivare al pareggio nel 2013. Secondo il percorso di rientro del disavanzo, che l'Italia aveva concordato con la Ue prima dell'urgenza di anticipare il pareggio di bilancio, il disavanzo per quest'anno era stimato al 3,9%, al 2,7% nel 2012 e al 2,2% nel 2013 per arrivare all'azzeramento nel 2014.

L'urgenza del momento impone però scelte rapide di fronte ai listini italiani che sono crollati perdendo il 6,6%. E proprio su questo si è soffermato il sottosegretario Gianni Letta: «Sappiamo che servono scelte rapide e coerenti e il governo sta valutando tutte le possibilità e tutte le ipotesi. In questi giorni - ha aggiunto tutto è cambiato, tutto è precipitato. La realtà è in così rapida evoluzione al punto che è diversa dall'avvio di questo tavolo».

E nonostante l'unità di facciata delle parti sociali, anche su questo fronte ci sono delle spaccature: se tutti sono concordi nell'abbattimento dei costi della politica e sulla necessità di intervenire con urgenza e in maniera equa, Confindustria ad esempio non ha chiarito cosa pensi di un eventuale intervento sulle pensioni bocciato dai sindacati compatti. La stessa associazione degli industriali è invece contraria alla patrimoniale caldeggiata dalla Cgil pronta allo sciopero se le ipotesi sulla manovra fossero confermate. Una mobilitazione in cui il sindacato andrebbe da solo vista la contrarietà della Cisl di Raffaele Bonanni che ha sottolineato come «ai mercati non si risponde con lo sciopero generale. Sarebbe uno sbaglio».

Le parti, comunque, si rivedranno a breve, prima del Cdm della prossima settimana, per discutere di mercato del lavoro, un tema che hanno chiesto sia lasciato nella loro totale disponibilità. 10 agosto 2011
da www.ilfattoquotidiano.it
Un Consiglio dei ministri straordinario per approvare il 18 agosto un decreto legge sulla crisi. E la ristrutturazione della manovra. E’ quanto annunciato dal governo durante il tavolo con le parti sociali a Palazzo Chigi. Dopo l’incontro, il premier ha convocato un vertice di maggioranza a palazzo Grazioli per definire tempi e modi degli interventi annunciati.

”Confermo tutti gli impegni presi. Faremo tutto presto e bene e in maniera inequivoca”, ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, aprendo il tavolo. Abbiamo ”assunto impegni gravosi, come l’anticipo al 2013 del pareggio di bilancio – ha continuato il premier -. Abbiamo constatato che c’era attesa per un provvedimento del governo. Io ed il ministro Tremonti ci siamo impegnati a convocare un probabile consiglio dei ministri entro il 18 di questo mese. E forse riusciremo anche ad anticipare quella data. Ci siamo impegnati ad inserire in Costituzione il pareggio di bilancio. I temi dell’agenda restano validi. Anzi, su alcuni punti, come la modifica agli articoli 41 e 81 della Costituzione, ci stiamo già muovendo”.

Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha reso noto che il rapporto deficit/pil al 3,8% di quest’anno scenderà tra l’1,5% e l’1,7% nel prossimo anno per arrivare al pareggio nel 2013. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta ha annunciato che nei prossimi giorni partiranno tavoli tematici sul lavoro e sulle infrastrutture. Il primo tavolo, sul mercato del lavoro, sarà presieduto dai ministri Sacconi e Brunetta, il secondo tavolo, sulle infrastrutture, dai ministri Matteoli e Romani. “In questi cinque giorni tutto è cambiato, tutto è precipitato. La realtà è in rapida evoluzione al punto che è diversa dall’avvio di questo tavolo”, ha commentato Letta, secondo cui il governo sta valutando tutte le ipotesi.

Dai sindacati è arrivata la richiesta al governo di fare presto con le nuove misure. “La gente vuole equità al di là del linguaggo criptico della politica. Serve ripulire l’impianto amministrativo, fare una riforma fiscale e le liberalizzazioni”, ha detto il leader della Cisl Raffaele Bonanni. Un invito alla coesione sociale è arrivato da Susanna Camusso, segretario della Cgil, che dice “no a interventi sulle pensioni, sui redditi del lavoro dipendente, su sanità e su assistenza. Bisogna chiedere di più a chi non ha dato, con una tassazione significativa sui grandi patrimoni, sull’evasione e sui costi della politica”. Al termine del vertice Camusso ha commentato: ”L’incontro non è stato all’altezza dei problemi che abbiamo e della trasparenza che sarebbe necessaria”.

Le parti sociali hanno poi chiesto, con una posizione comune frutto dell’accordo raggiunto nel pre vertice, di lasciare ad un accordo tra imprese e sindacati la riforma del mercato del lavoro, evitando un intervento per legge. Di fronte fronte sociale “unito e compatto” aveva parlato prima che iniziasse l’incontro col governo il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia.

Sul fronte della maggioranza, il segretario del Pdl Angelino Alfano ha fatto il punto della situazione con i capigruppo Pdl di Camera e Senato ed ha sentito al telefono il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. E mentre circolano mille ipotesi sulle misure da approvare per fronteggiare la crisi (si discute di previdenza e patrimoniale che però non sarebbe ben vista dal premier) i diversi schieramenti si riuniscono e fissano i loro paletti. Ieri la Lega ha affidato alla Padania l’altolà sul sistema previdenziale: “Le pensioni dei lavoratori non si toccano”. E il Pd ha chiesto che a pagare non sia “la povera gente” e oggi con il segretario Pierluigi Bersani afferma: “Pretenderemo dal Governo di avere finalmente parole chiare e precise sulle sue intenzioni. Se non saranno soddisfacenti, faremo le nostre proposte alternative”. Ma il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto rinvia ogni decisione al tavolo con industrie e sindacati: “Le componenti interne della manovra saranno definite dal governo dopo l’incontro con le parti sociali”. Mentre il Terzo Polo chiede che domani alla Camera si presenti anche il premier e Francesco Rutelli, leader dell’Api, vuole che il governo chiarisca quali sono gli impegni presi con la Bce e conferma la responsabilita’ del suo schieramento, ma solo per “misure e riforme coraggiose, non per un menu’ di ricette contraddittorie che rischiano di ammazzare il cavallo”.

Per mettere a punto le diverse proposte tra oggi e domani è prevista anche una girandola di incontri dei diversi schieramenti politici. Oggi pomeriggio, verso le 18, il Pd riunirà il suo vertice, con il segretario e i responsabili economici del partito, per fare il punto prima dell’audizione del ministro Tremonti domani alle commissioni di Camera e Senato. Poi sarà la volta del Pdl, i cui dirigenti e ministri sono stati convocati dal segretario Angelino Alfano al termine dell’incontro tra governo e parti sociali. Infine domani doppio incontro. Il terzo Polo terrà una riunione dei suoi leader domani mattina verso le 9 e lo stesso farà il Pd che chiamerà a raccolta i gruppi di Camera e Senato verso le 9,30. Poi alle 11 tutti nella sala del Mappamondo di Montecitorio per ascoltare le parole del ministro dell’Economia.

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