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http://palermo.repubblica.it/cronaca/2012/03/29/news/il_crac_del_comune-32381610/
Raddoppia l'addizionale Irpef e nasce l'Imu, la nuova Ici: il Consiglio comunale approva l'ultima stangata sulle tasse riunito in un palazzo sotto assedio. L'aliquota Irpef passa dallo 0,4 allo 0,8 per cento e nasce l'Imu: 4,8 per mille sulle prime abitazioni, 9,6 per le seconde case, le imprese, i negozi, le banche, 2 per mille per i fabbricati rurali, 7,6 terreni agricoli e 9,6 per le aree fabbricabili. In aula ventitré presenti: 18 sì, un astenuto (l'autonomista Leonardo D'Arrigo) e quattro no (Salvo Alotta e Rosario Filoramo del Pd, Antonella Monastra di Un'Altra storia, Alberto Mangano del Gruppo misto).
I provvedimenti passano dopo l'intervento del commissario Luisa Latella che intorno alle 14 raggiunge Sala delle Lapidi per chiedere "una mano" ai consiglieri. "Non è - precisa subito l'ex prefetto - una invasione di campo". È piuttosto una richiesta di aiuto: "Dobbiamo riportare in equilibrio il bilancio. Abbiamo cercato di colpire il meno possibile la città. Ma sappiamo che è un sacrificio. Comprendo chi è in campagna elettorale. È difficile, non vorrei essere in loro. Ma se non votiamo i provvedimenti, la situazione che troveranno i rieletti sarà peggiore". Poi un appello accorato: "Vi prego con il cuore di valutare i provvedimenti, che non sono misure contro Palermo. Dateci una mano, anche alla luce dei problemi di ordine pubblico".
Mentre il commissario parla, piazza Pretoria è sotto assedio: i lavoratori Gesip attendono l'esito della seduta davanti al portone del municipio. L'intera zona è presidiata dalle forze dell'ordine. La Latella resta in aula. E, alla fine, convince anche il centrosinistra, che vota contro il provvedimento ma mantiene il numero legale. Il Pd avrebbe detto di sì se la Latella avesse accettato di azzerare i cda delle aziende: ma il commissario non ci sta. "Io non sono un politico, sono un tecnico", dice chiedendo la parola per rispondere a Filoramo che le aveva chiesto un gesto di "discontinuità". "Il Cga nel 2001 bocciò la scelta del commissario Guglielmo Serio di azzerare i vertici delle aziende perché sostenne che un tecnico a tempo non può instaurare rapporti fiduciari: e poi di cosa parliamo? Per Gesip stiamo scegliendo un nuovo liquidatore, Amia è gestita dai commissari, le altre società sono in bonis. L'unica è l'Amat, sulla quale abbiamo avviato una ispezione per verificare eventuali irregolarità".
Alla fine la stangata passa: con il sì alla manovra il Comune conta di poter spostare qualche altra risorsa, circa 10 milioni, per una proroga Gesip. Ma le somme da sole non risolveranno il problema, tanto più che ieri il governo si è formalmente tirato indietro: "Non ricorrono i presupposti per un intervento finanziario a sostegno della situazione del Comune di Palermo", ha detto ieri il ministro Anna Maria Cancellieri rispondendo durante il question time alla Camera a una interrogazione di Silvano Moffa, capogruppo dei "Responsabili", nel quale è iscritto pure il leader del Pid Saverio Romano. Moffa aveva chiesto al governo di posticipare le elezioni di Palermo per il rischio default. "In Sicilia l'indizione delle elezioni e la gestione della procedura elettorale sono rimesse alla competenza della Regione", ha precisato il ministro. Che non nasconde la preoccupazione per i conti di Palazzo delle Aquile, rivelando di avere avviato "accertamenti mirati tramite del prefetto" sui conti. Che con l'approvazione delle due delibere dovrebbero migliorare: il Comune punta a incassare 147 milioni dalla nuova Ici e 26 milioni dall'Irpef.
Ma cosa cambia per i cittadini? Per calcolare l'Imu, la vecchia rendita catastale deve essere rivalutata del 5 per cento: il risultato va moltiplicato per il nuovo coefficiente Imu che non è più 100 ma 150. Così si calcola la base imponibile su cui applicare le nuove aliquote. L'Irpef invece si calcola in base al reddito: con un imponibile di 40 mila euro, a esempio, si pagheranno 320 euro all'anno contro i 160 del passato. Con un reddito lordo di 80 mila euro la cifra salirà a 640 euro.
Gazebo sulle carreggiate stradali solo nelle isole pedonali, anche se temporanee. Ma soprattutto una proroga di un anno per i titolari di pub e bar che hanno ottenuto il nulla osta e che avranno dodici mesi per adeguarsi alle nuove regole: il Consiglio comunale vara il regolamento per l'occupazione di suolo pubblico. Dopo un anno di discussioni, rinvii e polemiche, la delibera della discordia viene approvata in tre minuti in una aula semi deserta. Salvi i gazebo sui marciapiedi, se lasciano almeno due metri per il passaggio dei pedoni. Addio invece all'occupazione delle sedi stradali. Ma chi non è regola avrà un anno di tempo per adeguarsi. Nei mesi scorsi il Comune aveva varato una sanatoria dopo la raffica di multe elevate dai vigili urbani a noti pub e bar del centro: un giro di vite che aveva scatenato la rivolta dei proprietari. Nel regolamento ci sono anche norme che prevedono l'utilizzo solo di alcuni materiali per le costruzioni. L'aula ieri ha votato anche una trentina di debiti fuori bilancio.
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