RADIO ARTICOLO1

RADIO ARTICOLO1
WEB RADIO

mercoledì 8 giugno 2011

Arrestata Amina- blogger Siriana - Il Regime non perdona


da www.corriere.it
http://www.corriere.it/esteri/11_giugno_08/sequestrata-blogger-amina-siria-mazza_abd5b900-91a1-11e0-9b49-77b721022eeb.shtml

Lesbica e mezza americana, la blogger Amina Abdallah Araf, è diventata negli ultimi mesi un'inconsueta eroina della rivolta in Siria. «Oggi o domani potrebbe essere l'ultimo giorno per me - aveva scritto domenica -. Oppure domani potrebbe essere il primo giorno della nuova Siria. Ben Ali se n'è andato, Mubarak pure, e pare sia finita anche per Saleh. Assad non ha ancora molto tempo e prevedo di vederlo andar via». Il giorno dopo, lunedì, Amina «è stata rapita» da «tre ventenni armati», secondo un messaggio pubblicato dalla cugina sul blog: le hanno tappato la bocca, l'hanno costretta a salire su una vecchia Dacia Logan rossa. Da allora, non vi sono notizie.
Trentasei anni, musulmana osservante, cresciuta tra l'America, dov'è nata la madre, e la Siria, patria del padre, Amina insegnava inglese e a febbraio ha creato il blog «A gay girl in Damascus» (una ragazza gay a Damasco), dove ha pubblicato poesie erotiche, racconti franchi e a volte buffi dei suoi innamoramenti e sul rapporto aperto con il padre: «Deve pensare che sia meglio una figlia lesbica piuttosto che etero e promiscua». L'omosessualità è illegale nel Paese. «È dura essere lesbica in Siria ma di certo è più facile essere una dissidente sessuale piuttosto che politica», ha scritto. Ma sin dall'introduzione del blog la giovane si è detta ispirata dal «vento di cambiamento» in Medio Oriente. «Se riusciamo a uscire allo scoperto in modi diversi, gli altri potranno seguire il nostro esempio», rifletteva. E ancora: «Devo fare qualcosa di coraggioso e visibile. Io posso, perché ho doppia cittadinanza e parenti con ottimi contatti politici». Secondo il Guardian, alcuni familiari sono nel governo e altri nella Fratellanza musulmana. Ma non è servito a proteggerla (non è la prima volta: nel 2009 la blogger Tal al Mallohui, 17 anni, fu accusata d'essere una spia degli Usa e condannata a 5 anni di carcere anche se un parente è ex ministro di Assad).


A fine aprile due giovani dei servizi di sicurezza si sono presentati a casa di Amina, accusandola d'essere un'estremista islamica. Il padre della ragazza ha riso di loro («Ma avete letto cosa scrive?») e li ha convinti ad andarsene. Ma l'hanno cercata a casa ancora. Lei ha rifiutato di raggiungere la madre a Beirut, ma il padre l'ha convinta a nascondersi: «Non c'è niente che io possa fare. Va da qualche parte, non dirmi dove. Stai attenta. Ti voglio bene». Amina è stata in 4 o 5 città diverse, girava velata, una volta si è nascosta in uno scatolone in un furgone - ha detto al New York Times la sua fidanzata, Sandra Bagaria, che sta a Montreal e ha lanciato l'allarme via Twitter (la pagina Facebook «Free Amina Arraf» ha già oltre 300 sostenitori). Anche in fuga, continuava ad aggiornare il blog. «Siamo andati a nord e abbiamo aiutato a diffondere scintille nelle città... abbiamo ascoltato la gente e trasmesso messaggi». Ha raccontato che alcuni manifestanti, temendo che la repressione riesca a schiacciare le proteste pacifiche, intendevano prendere le armi. «Io mi sono opposta: vogliamo una nuova Siria... ma se prendiamo il potere uccidendo e torturando, facendo giustizia sommaria, siamo diversi da Loro?». Pare che l'auto nella quale è stata portata via avesse sul finestrino un adesivo di Basel Assad, fratello maggiore dell'attuale presidente (che era destinato a succedere al padre ma morì in un misterioso incidente). Saranno stati gli shabiha, i paramilitari fedeli agli Assad a sequestrarla? La cugina scrive: «Purtroppo ci sono almeno 18 forze di polizia e numerose milizie e gang di partito. Non sappiamo chi l'abbia presa».

Nessun commento: