Resoconto Assemblea Rsu del 01 Dicembre 2009
Cronaca del fallimento di un’idea democratica di fare sindacato
Il fallimento, in ordine di tempo, dell’ennesima assemblea della Rsu è il fallimento della espressione democratica dei lavoratori.
Non è più e soltanto una questione del numero legale, 23 presenti su 57, ( per la cronaca tutti i componenti della Cisl erano assenti e i due presentatisi, di cui uno decaduto dall’incarico, si guardavano bene dal presentarsi in aula se non per urlare il rispetto del regolamento!!!!, assente anche tutta la Ugl, parte della Uil, del Csa e il Diccap) per rendere valida una seduta e quindi di discutere, emendare, votare, approvare o rigettare un tema all’ordine del giorno, ma rientra nel concetto stesso di rappresentanza civile e democratica dei bisogni dei lavoratori.
Viene mortificato il fare democrazia, viene messo in dubbio, nella sua interezza, l’esperienza democratica e civile che fin ad oggi ha contraddistinto l’operato della Rsu e dei componenti che validati dal voto di tutti i lavoratori, hanno l’obbligo di costruire un sistema di rappresentanza, anche alternativo, nella Pubblica Amministrazione.
Si perviene ad una limitazione dell’operato della Rsu e degli spazi che la stessa ha nella contrattazione con la controparte.
Spazi che diventano, sic et simpliciter, luoghi del consenso silenzioso di pochi eletti [nel senso più ampio del termine] nelle stanze della Direzione Generale, tra compiacenti cortigiani e yes men sempre in cerca di probabili vantaggi personali.
“Il sonno della ragione genera mostri”. Negare il dissenso è l’anticamera del totalitarismo, impedire il dissenso è sbagliato, perché questo avvantaggia gli individualismi a danno delle tutele collettive.
Domande, bisogni, legittime aspettative e diritti esigibili, finiti nel tritacarne.
L’unica domanda valida sarà quella del voto la prossima volta che si terranno le elezioni R.S.U.
Se questo per loro è fare sindacato… Saluti
Il capo gruppo R.S.U. - CGILFP
Marco Leo
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