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ROMA Raffaele Bonanni lancia una «lotta senza quartiere allo scempio di denaro pubblico» e, nell’intervista qui sotto, apprezza l’impegno del ministro della Funzione Pubblica, Gianpiero D’Alia per il recupero di relazioni industriali nella Pa. Anche Susanna Camusso accoglie «molto positivamente», l'invito del ministro Gianpiero D'Alia che nell’intervista di ieri a Il Messaggero annunciava appunto la volontà di aprire un tavolo entro l'estate con le organizzazioni sindacali e di affrontare una volta per tutte il nodo dei precari e il tema della mobilità. Ma il segretario generale della Cgil rilancia la posta: «Parrebbe necessario - afferma - un confronto più impegnativo rispetto a quello annunciato che dà per scontate delle premesse da non dare per scontate». Un chiaro riferimento ai 7.000 esuberi già definiti con la revisione delle piante organiche dei ministeri .
«Se ben capisco - dice Camusso - i numeri degli esuberi sono figli di tagli lineari nella pubblica amministrazione che non sembrano ragionevoli» perché spiega, sono numeri non misurati su reali bisogni. «Occorrerebbe prima avere un’idea di come organizzare la Pa», conclude la leader sindacale.
IL REBUS DELLE RISORSE
La riapertura del dossier Pubblico impiego, dopo i provvedimenti varati dal governo per sostenere l’occupazione del settore privato, non è però l’unico tema in agenda. La settimana si apre con il primo faccia a faccia del ministro dell’Economia Maurizio Saccomanni in Parlamento su come andare avanti nel percorso che dovrà portare al taglio dell’Iva fino alla fine dell’anno, alla revisione dell’Imu e della Tares e alle tante partite aperte, in primis quella dei tagli alla spesa improduttiva.
L’appuntamento è particolarmente importante. Non c’è infatti solo da difendere i provvedimenti già presentati e sui quali il Pdl ha aperto non poche polemiche, ma da chiarire dove si andranno a prendere le risorse per fare tutto il resto. In qualche misura Saccomanni ha già indicato il percorso: ci sono 200 miliardi di spesa pubblica da aggredire e si è fatto il nome di Piero Giarda quale commissario del governo per passare alla fase 2 della spending review. Ieri il viceministro pd all’Economia, Stefano Fassina, ha indicato come terreno di intervento «le società controllate da Regioni, Comuni e Province perché la spesa per l'acquisto di beni e servizi deve essere centralizzata e ridotta sensibilmente». Enrico Zanetti, di Scelta Civica, pur criticando l’anticipo dell’acconto Irpef e Ires, ricorda che «nel 2005 fu il governo Berlusconi-Lega Nord a portare l’acconto Ires al 102,5%». Il rebus rimane tutto da sciogliere.
B.C.
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