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mercoledì 17 aprile 2013

Somme per la CIG: meno armi

di M. Franchi da: http://www.cgil.it/rassegnastampa/articolo.aspx?ID=10292
Di altri soldi non ce ne sono. Di decreti ministeriali Fornero non ne può fare. Ma la mobilitazione dei sindacati davanti a Montecitorio ieri mattina un primo risultato lo ottiene. La partita per trovare risorse per gli ammortizzatori in deroga passa a palazzo Chigi. Lunedì o martedì sindacati, imprese e Regioni incontreranno Mario Monti e Vittorio Grilli.




EMENDAMENTO O DECRETO Come anticipato da l'Unità il 10 aprile da ieri anche i sindacati, Cgil in testa, sostengono che i fondi che mancano per finanziare tutto il 2013 per Cig e mobilità in deroga ammontano a 2,7-2,8 miliardi. La risposta di Elsa Fornero nell'incontro di ieri è stata in sostanza quella di proporre briciole rispetto ai grandi numeri che servono. Il ministro del Welfare ha proposto di finanziare gli ammortizzatori in deroga spostando risorse destinate ad altri comparti del settore lavoro: i già promessi 200 milioni della formazione (il cosiddetto Fondo 0,30) e 500 milioni per la decontribuzione. Sindacati e imprese (al tavolo erano presenti Confindustria, Reteimprese, Ania e cooperative) hanno fatto fronte comune rispondendo picche. «Non si può pensare che le risorse siano sempre quelle del lavoro, bisogna trovare più risorse'', aveva già avvertito Susanna Camusso dal palco davanti a Montecitorio. E il segretario generale della Cgil aveva anche fatto proposte chiare su dove trovare i soldi: «Si rinviino le spese militari già programmate, si tassino le rendite finanziarie, non servono nuove manovre». Prima di lei era stato Raffaele Bonanni a chiedere «al governo i soldi e di precisare se i soldi vanno nel Def». Dopo l'incontro con i presidenti di Senato e Camera, Piero Grasso e Laura Boldrini, il leader Cisl aveva sottolineato: «Abbiamo chiesto di usare il sistema più semplice, sicuro e veloce, cioè che le risorse vadano nel Def». «Non possiamo far subire ai lavoratori l'onta di venir privati del minimo sussidio perché il governo ha previsto che le risorse per la cassa integrazione fossero inferiori al 2012, forse sperando in un miglioramento della situazione'', ha attaccato il segretario generale della Uil Luigi Angeletti. «C'è bisogno di un provvedimento ad horas che sostenga quei lavoratori che rischiano di trovarsi senza reddito'', gli ha fatto eco il leader dell'Ugl, Giovanni Centrella. Alla fine dunque anche Elsa Fornero ha dovuto cedere alla richiesta dei sindacati e chiedere a Monti e Grilli di risolvere la situazione. E in serata il ministro Grilli, dopo essersi consultato con il Quirinale, ha dichiarato in audizione alla Camera. «Stiamo discutendo per le quantificazioni precise con il ministero Lavoro e i dati precisi vengono da loro. Ritengo non sia vero che il Parlamento non possa occuparsene. Ritengo - ha però precisato - che non possa essere un modo per risolvere il problema quello di usare la copertura per le spese in conto capitale per la cig, ma se si trovano altre coperture è un'altra cosa». Le richieste dei sindacati a Monti saranno due: o un emendamento al decreto sui pagamenti alle imprese («in quel decreto hanno inserito anche il rinvio della Tares che c'entra poco, quindi può starci anche il finanziamento degli ammortizzatori in deroga'', fa notare Guglielmo Loy della Uil), oppure di aspettare l'approvazione del Def a fine aprile e lì prevedere la copertura della Cig in deroga per poi avere la legittimazione per fare un decreto ad hoc per rifinanziarla.

DISPERAZIONE IN PIAZZA In mattinata in una «piazza troppo piccola per contenere il disagio dei lavoratori>, la rabbia di uomini e donne (circa 400 mila in Italia) che fanno i conti con lo stop ai pagamenti degli ammortizzatori in deroga. Uno dei bersagli più forti è Beppe Grillo. A tenere lo striscione «Mentre Grillo fa il buffone noi non abbiamo più la cassa integrazione>, ci sono Maria Pia (51 anni e 10 alla pensione) e Luciano (56 anni e 8 alla pensione), lavoratori dell'ex Electrolux (ora Isi) di Firenze. «Abbiamo preso l'ultimo assegno di cassa in deroga da 750 euro 1'8 febbraio, ma era quello di dicembre 2012. E la Regione ci ha già detto che di soldi non ce ne sono più». Dall'altra parte della piazza ci sono altri elettori (già delusi) di Grillo. C'è Viviana che gli chiede: «Ma cosa ha ottenuto? Noi di sicuro niente». Lei e i suoi 30 colleghi della ceramica Vulcano di Civita Castellana (Vt) hanno preso l'ultimo assegno a dicembre: «Ad aprile dovremmo passare dalla cassa alla mobilità in deroga, ma senza fondi di che cosa mangeremo?». "





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