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venerdì 25 febbraio 2011

Documento direttivo del 22/02/2011



Il CD della CGIL, riunito a Roma i giorni 22 e 23 febbraio, esprime grande preoccupazione per gli avvenimenti in corso nel Nord Africa che riconfermano un quadro di profondo e rapido mutamento degli assetti politici in tutta l’area con conseguenze per il mondo intero i cui esiti all’oggi non sono completamente definibili.
Le notizie drammatiche che arrivano in queste ore dalla Libia determinano un’ulteriore emergenza che chiama la comunità internazionale ad un’azione politica ferma e immediata per arrestare il massacro di popolo che costituisce un crimine contro l’umanità intera.
La CGIL condivide la posizione assunta dal consiglio di sicurezza dell’ONU e giudica invece sbagliata e reticente l’azione del nostro Governo, ben altro dovrebbe essere l’impegno dell’Italia per fermare lo sterminio e per aiutare la transizione verso la democrazia in quel Paese. La CGIL rivendica un diverso ruolo dell’Unione Europea e una strategia politica per l’uscita dalla crisi del Nord Africa e riproporrà questa esigenza al prossimo esecutivo CES.
Il CD della CGIL conferma il giudizio estremamente preoccupato sulla situazione del nostro Paese.
Siamo ormai al degrado istituzionale del Governo condizionato dalla situazione giudiziaria del Presidente del Consiglio. La condizione parlamentare è segnata dalle incertezze e dalle forzature come conferma l’intervento del Presidente della Repubblica circa il “mille proroghe”, quotidiani sono gli attacchi alla Magistratura e agli organi di garanzia costituzionale verso i quali occorre riconfermare invece la piena fiducia del Paese intero.
Dopo oltre due anni dall’inizio della crisi l’Italia è oggi più povera, più povere sono le famiglie, più alta la disoccupazione, palese e nascosta, a cominciare da quella dei giovani e delle donne. Il nostro Paese ha subito una contrazione del PIL più elevata della media europea e ora cresce con un tasso più basso rispetto ai nostri competitori. Il debito pubblico è cresciuto e lo stato sociale copre sempre meno i bisogni delle fasce più esposte della popolazione. Si è aggravata la condizione dei pensionati ed è aumentata la percezione di insicurezza per le giovani generazioni. Il lavoro paga la svalutazione di valore che ha subito negli ultimi anni e sopporta un carico fiscale eccessivo quanto iniquo e sul quale da tempo attendiamo risposte del Governo a fronte delle proposte di riforma fiscale che abbiamo avanzato.
In questo quadro sono evidenti le responsabilità del Governo che non ha voluto contrastare efficacemente questa condizione, non ha investito sul futuro limitando la propria iniziativa ad un’azione di contenimento in attesa di tempi migliori quando non ha scelto di usare la crisi per provvedimenti nocivi e sbagliati, ivi compreso l’annunciata iniziativa per la revisione di alcuni articoli della Costituzione. Ancora peggiore il suo bilancio politico: due anni di turbolenza nei rapporti istituzionali accompagnata da una deriva populista incurante di ogni valore etico condiviso.
Sul piano sociale è prevalsa la scelta della divisione del movimento sindacale, favorita dall’assenza di regole democratiche, che hanno ulteriormente sottratto autorevolezza alle
iniziative contro la crisi, favorendo inoltre forzature autoritarie come nel caso della vertenza FIAT così come nel recente accordo separato nel pubblico impiego. Come per lo sciopero dei metalmeccanici del 28 gennaio scorso la CGIL ribadisce il pieno sostegno alle iniziative di lotta decise dai lavoratori del comparto pubblico per il prossimo 25 marzo e alla posizione sostenuta dalla FILCAMS nel difficile tavolo sul rinnovo del CCnL del terziario.
Tutto ciò ci consegna un Paese pericolosamente in bilico, al quale occorre ridare rapidamente valori, coesione e capacità di reazione.
E’ necessario rimettere al centro il tema del lavoro e dello sviluppo, riconquistare un modello contrattuale unitario e battere la pratica degli accordi separati, riassorbire la disoccupazione, contrastare il precariato, estendere le protezioni sociali, ridare fiducia ai giovani. Serve una nuova stagione fatta di obiettivi condivisi e rispettosi della dignità del lavoro e serve definire le regole della democrazia e della rappresentanza, in modo da dare certezza di esigibilità e forza ai patti sottoscritti.
La CGIL ha avanzato una serie di proposte sulle quali decide di proseguire con l’iniziativa a livello territoriale per coinvolgere maggiormente l’insieme dei lavoratori, dei giovani, dei precari, delle donne, dei pensionati rafforzando l’azione per una straordinaria campagna di massa. Questo insieme di proposte sarà completato con quella sul nuovo modello contrattuale da definire nella prossima riunione del CD sulla base della discussione svolta nel seminario di Todi.
Occorre continuare ed incrementare le iniziative a sostegno della battaglia per la democrazia sindacale, a partire dalle elezioni delle RSU nel pubblico impiego, che è parte sostanziale della democrazia del Paese, per il lavoro, per la legalità e la giustizia, per preservare un welfare inclusivo e universale, per l’assunzione del Mezzogiorno come questione nazionale utile allo sviluppo del Paese, per estendere la contrattazione sociale anche alla luce delle nuove povertà che possono emergere a fronte di un modello di federalismo che propone agli enti locali il dilemma tra taglio dei servizi e aumento della pressione fiscale e tariffaria.
L’insieme di queste proposte rappresentano il contributo della CGIL alla ricerca di un’intesa ampia ed unitaria capace di imprimere una svolta decisa alle prospettive del Paese.
Il CD della CGIL, nel confermare le iniziative di mobilitazione già assunte, decide, nell’ambito di questo percorso l’indizione dello sciopero generale e dà mandato alla Segreteria Confederale di definirne la proclamazione e le modalità di svolgimento nei tempi più utili per la sua ampia efficacia ed estensione.

1 commento:

Elena ha detto...

Blog interessantissimo, volevo togliermi una curiosità ( più che altro evitare di annaspare tra decine di documenti direttive e circolari varie). Sono neo stabilizzata, (ex lsu palermo lavoro - chiaramente) con la qualifica di collab. ai servizi cult. e turistici. Dove sta scritto che obbligatoriamente dobbiamo lavorare il sabato e la domenica? Possiamo rifiutarci? Grazie per l'eventuale risposta.