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venerdì 4 novembre 2011

Perplessità sull'intervento di Daghi


“È molto arduo parlare oggi di flessibilità dei salari in un momento in cui il divario tra salari e inflazione si è ampliato ancora di più fino a segnare una distanza che non si registrava da quasi 15 anni”. E' quanto dichiarato dalla CGIL a proposito della parte del discorso del neo presidente della Bce, Mario Draghi sulla necessità di rendere i salari e il mercato del lavoro più flessibili”.
“Il dato tendenziale delle retribuzioni contrattuali ISTAT - ha ricordato la CGIL - è all’1,7% e intanto l’inflazione ha continuato a fare balzi in avanti raggiungendo quota 3%. Il tutto con l’indice di disoccupazione all’8,3% e quello della disoccupazione giovanile al 29%”.



“In questa situazione - ha proseguito il sindacato di Corso d'Italia - forse la parola giusta non è flessibilità. Forse si dovrebbe parlare di salari più alti, non più flessibili. Forse, a fronte delle 42 diverse tipologie di rapporto di lavoro, di cui 40 precarie, si dovrebbe parlare della necessità di stabilizzare di più l’occupazione”.

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