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lunedì 27 luglio 2015

P.A. Cgil, sentenza significativa, risposta del governo inadeguata

“Una sentenza molto articolata e densa di puntualizzazioni, che andrà analizzata nei suoi molteplici aspetti ma che senza dubbio conferma alcuni punti per noi fondamentali e che meritano un'adeguata risposta del governo”. Così Serena Sorrentino, segretario confederale della Cgil, commenta la sentenza della Consulta sull'incostituzionalità del blocco della contrattazione nel pubblico impiego, depositata oggi.
Nella sentenza, infatti, vi sono affermazioni significative che meritano una risposta diversa da quella data dall'esecutivo e in prima istanza dal Ministro Madia”, continua Sorrentino.
Infatti leggiamo – dichiara Sorrentino citando il testo - che il 'reiterato protrarsi della sospensione delle procedure di contrattazione economica altera la dinamica negoziale in un settore che al contratto collettivo assegna un ruolo centrale [..] il contratto collettivo si atteggia come imprescindibile fonte, che disciplina anche il trattamento economico, nelle sue componenti fondamentali ed accessorie e «i diritti e gli obblighi direttamente pertinenti al rapporto di lavoro, nonché le materie relative alle relazioni sindacali»'”.
Inoltre nella sentenza si legge che, prosegue Sorrentino “'In una costante dialettica con la legge, chiamata nel volgere degli anni a disciplinare aspetti sempre più puntuali, il contratto collettivo contempera in maniera efficace e trasparente gli interessi contrapposti delle parti e concorre a dare concreta attuazione al principio di proporzionalità della retribuzione, ponendosi, per un verso, come strumento di garanzia della parità di trattamento dei lavoratori e, per altro verso, come fattore propulsivo della produttività e del merito'”.
Quindi – per Sorrentino - il contratto e la contrattazione sono elementi fondamentali per garantire qualità del lavoro, ma hanno anche un valore più generale come ricorda la Corte”. Infatti, cita la dirigente sindacale della Cgil 'Il contratto collettivo che disciplina il lavoro alle dipendenze delle pubbliche amministrazioni si ispira, proprio per queste peculiari caratteristiche che ne garantiscono l’efficacia soggettiva generalizzata, ai doveri di solidarietà fondati sull’art. 2 Costituzione. Tali elementi danno conto sia delle molteplici funzioni che, nel lavoro pubblico, la contrattazione collettiva riveste, coinvolgendo una complessa trama di valori costituzionali (artt. 2, 3, 36, 39 e 97 della Costituzione.), in un quadro di tutele che si è visto essere presidiato anche da numerose fonti sovranazionali, sia delle disarmonie e delle criticità, che una protratta sospensione della dinamica negoziale rischia di produrre'”.
Come si vede – spiega Sorrentino - si va ben oltre il fattore economico: come la Cgil sostiene da sempre, la contrattazione è uno strumento fondamentale per qualificare ed innovare la pubblica amministrazione. Il diritto alla contrattazione per i lavoratori pubblici - prosegue - va ripristinato immediatamente, la Corte definisce infatti la violazione della libertà sindacale 'un sacrificio del diritto fondamentale tutelato dall’art. 39 della Costituzione, proprio per questo, non è più tollerabile'”.
La dirigente sindacale sottolinea che “il Ministro ha dichiarato che le risposte ci saranno nella legge di stabilità, cosa che indubbiamente andrà verificata, ma per ciò che riafferma la sentenza, il Governo deve cambiare le norme del ddl scuola e del ddl Madia, che sottraggono competenze ed autonomia alla contrattazione e rafforzano le disposizioni di legge sulla regolazione del rapporto di lavoro”.
Una vera contrattazione, diffusa e autonoma dagli interessi della politica – avverte Sorrentino - può determinare realmente quel cambiamento di cui la P.A. ha bisogno, investendo sul lavoro e non mortificandolo. Anni di blocco e spending review hanno aggravato la situazione, non prodotto economia di scala: esternalizzazioni, appalti al massimo ribasso, leggi che hanno portato non al riordino istituzionale ma al caos, come dimostra il caso delle province”.
Per queste ragioni, prosegue Sorrentino “la Cgil sostiene la mobilitazione dei lavoratori dei settori pubblici e della conoscenza, perché dietro la richiesta di riaprire la contrattazione e di utilizzarla come strumento di innovazione e cambiamento c'è un'altra idea di pubblico: efficiente, efficace, garante dei diritti fondamentali e fattore di sviluppo”.
Per la segretaria confederale “nei provvedimenti del governo non c'è questo disegno ma, anzi, la vecchia ricetta trita e ritrita che con tagli agli stipendi e ai servizi si possa diminuire il debito pubblico scaricando il peso di queste operazioni su lavoratori e cittadini”.
Sorrentino conclude annunciando che “la mobilitazione continuerà fino a quando il governo non convocherà le organizzazioni sindacali, non per comunicare atti unilaterali ma per annunciare che si avvia il tavolo per il rinnovo del contratto”.

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